TESTO COMPETITORS
padre Ezio Lorenzo Bono Home Page
Giovedì della VII settimana di Pasqua (05/06/2025)
Vangelo: Gv 17,20-26
Fin da piccoli ci insegnano che nella vita bisogna primeggiare in tutto, a scuola, nello sport, nel lavoro. Ci educano alla competitività e a vedere gli altri come “competitors” da battere, come avversari o peggio ancora, come nemici.
Purtroppo questa logica malata è entrata anche nella religione: ci sono cristiani che guardano con sospetto altri cristiani, solo perché appartengono a un'altra confessione; credenti che vedono nelle altre religioni non fratelli in ricerca, ma rivali da combattere.
Eppure Gesù, nel Vangelo di oggi, ci parla di tutt'altra cosa: “Padre, non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa”. (Gv 17,20-21). Gesù, prima di morire, prega per l'unità: “perché siano una cosa sola, come tu, Padre, sei in me e io in te”. Un'unità che ha uno scopo preciso: “perché il mondo creda che tu mi hai mandato”. Quando ci dividiamo, quando disprezziamo, quando sospettiamo, stiamo distruggendo il segno più bello che potremmo dare.
Papa Francesco ce lo ha ripetuto più volte di cercare ciò che ci unisce più che ciò che ci divide, incontrare l'altro, rispettarlo, valorizzarlo, anche se non la pensa come noi, anche se professa un'altra fede.
E tu, cosa puoi fare per l'unità? Puoi cominciare a parlare con rispetto di chi crede in modo diverso, costruire amicizie vere con persone di altre fedi o confessioni cristiane, pregare per l'unità, come ha fatto Gesù.
Solo così, dice Gesù, “il mondo crederà che tu mi hai mandato”. Non fare in modo che Gesù sia poco credibile agli occhi del mondo anche per colpa tua.