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TESTO Commento su Luca 24,46-53

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Ascensione del Signore (Anno C) (01/06/2025)

Vangelo: Lc 24,46-53 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,46-53

46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

COMMENTO ALLE LETTURE

Commento a cura di don Eduard Patrascu

“Cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio”

Ci stiamo avvicinando alla fine del tempo pasquale. La festa dell'Ascensione segna praticamente la fine del cammino terreno di Gesù, cammino segnato dalla passione, risurrezione e dalle apparizioni post-pasquali. C'è un legame di continuità e compimento tra la risurrezione e l'ascensione, e questo legame lo si può notare anche nelle letture bibliche che ci aiutano molto ad entrare in questo cammino che culmina con il cielo.

Nella seconda lettura della domenica di pasqua abbiamo sentito il forte invito rivolto a tutti di “cercare le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio”. Ecco, proprio nella domenica di Pasqua c'era anche il rimando all'ascensione. Ma non è tutto. Lo stesso testo ricordava: “voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio”. I testi scritturistici della festa dell'Ascensione non fanno altro che esplicitare ciò a cui i testi pasquali menzionati rimandavano.

Certo, il cielo è il “luogo” dove Gesù va, il cielo è anche il “luogo” dove ogni cristiano tende e anela di arrivare, e ci può arrivare perché Gesù vi è ritornato, e ciò garantisce che ogni suo seguace può raggiungerlo, così come dice esplicitamente la seconda lettura di oggi: “abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù”. Nel frattempo vige l'invito rivolto agli apostoli dal messaggero celeste: “sarete miei testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra”. La testimonianza di una vita vissuta non soltanto guardando il cielo (o come si dice “con la testa nelle nuvole”), quanto con i piedi per terra per far vedere concretamente cosa vuol dire vivere da risorti, quindi da persone guidate dallo Spirito del Risorto: è nelle scelte concrete della vita che il cristiano fa vedere l'autenticità della sua fede, oltre le retoriche poesie o parole disincarnate.

Nel quinto secolo era apparsa una formulazione teologica alquanto audace, che poi ha preso abbastanza spazio nel Concilio di Calcedonia, recitava così: “unus ex Trintate passus est”, cioè “una persona della Trinità ha sofferto”. Senza entrare in una discussione abbastanza ardua, la festa dell'Assunzione in un certo senso recupera - a nostro beneficio - ciò che la menzionata formulazione teologica comportava. Se uno della Trintà ha sofferto - ciò comporta ovviamente l'incarnazione, l'essersi fatto carne, uomo - l'Assunzione ci dice e ci rassicura che “unus ex hominibus in caelum ingressus est”, vale a dire “uno di tra le persone umane è entrato in cielo”. È nuovamente una formulazione ardua, ma la risurrezione di Gesù e la nostra fede in questa sua risurrezione lo conferma. Anzi, se questo è avvenuto - e noi per fede ne siamo convinti - allora è aperta la possibilità per ogni uomo ed ogni donna credenti in Gesù Cristo di poterlo seguire e, quindi, di penetrare il cielo. Sì, in virtù dell'ascensione dell'uomo Gesù (cf. 1Timoteo 2,5), ognuno di noi può entrare nell'eternità di Dio.

Si può allora notare come la festa dell'Ascensione diventa la grande festa della speranza e, quindi, autentica fonte di vera gioia. Con la mente ed il cuore che cercano le cose del cielo, i cristiani diventano sempre più autentici pellegrini in speranza, portando a tutti e dappertutto il grande annuncio della Risurrezione e dell'assistenza dello Spirito Santo.

Chiediamo oggi al Signore assunto in cielo per noi e per la Chiesa intera il dono della fede autentica, quella che ci porta la speranza che non delude e, quindi, la vera gioia.

 

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