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TESTO Commento su At 4,32

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della II settimana di Pasqua (09/04/2002)

Brano biblico: At 4,32 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune.

Come vivere questa Parola?

Quanti venivano alla fede, sia dal Giudaismo che dal paganesimo, erano colpiti dalla franchezza con cui gli apostoli annunciavano il Cristo crocifisso e risorto, e anche dal fatto che, guardando i credenti, potevano dire: "Guarda come si vogliono bene!". Nella predicazione del mistero pasquale, trovavano le motivazioni profonde, le radici teologiche - diciamo - del loro abbracciare la fede cristiana. Nel costatare quanto i credenti si amavano, coglievano l'aspetto immediato e pratico (anche se non certo superficiale!) di quanto fosse bello e conveniente diventare seguaci di quel Cristo che otteneva l'unione delle menti e dei cuori: la pace dunque! Di qui scaturiva quel vivere liberi da ogni attaccamento, quel servirsi delle cose come buoni amministratori, senza esercitare su di esse un possesso avido, egoistico, idolatrico.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, m'immergerò con tutta l'anima nella gioia di sapermi infinitamente amato, riscattato da Gesù: per me morto, per me risorto. Chiederò di vivere consapevole che è questa la vera ricchezza, è questo che mi fa guardare agli altri, libero da ogni attaccamento egoistico alle cose e alle persone. Verbalizzerò:

La grazia di questi tuoi misteri pasquali, o Signore, preceda e accompagni tutto il mio agire, perché io diventi capace di condivisione, di solidarietà, di gioia donata alle mie sorelle e ai miei fratelli.

La voce di un biblista

Senza l'unanimità dei cuori la lode di Dio sarebbe stonata e non piacerebbe a Colui che essa vuol celebrare. Che penseremmo di una corale, i cui componenti non accordassero le loro voci? Il caso di una comunità orante, i cui membri non fossero intimamente uniti non sarebbe migliore.

La messa in comune dei beni, poi, è solo una conseguenza della coscienza di formare insieme una comunità, in cui ognuno si sa solidale con tutti.
J. Dupont

 

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