TESTO Commento su Luca 24,46-53
padre Paul Devreux è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!
Ascensione del Signore (Anno C) (01/06/2025)
Vangelo: Lc 24,46-53

46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, Stiamo concludendo il tempo di Pasqua durante il quale abbiamo contemplato la passione, morte e risurrezione di Gesù.
e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Infatti i discepoli hanno visto cosa ha fatto Gesù e hanno anche sperimentato il suo perdono quando si è manifestato a loro, dopo la risurrezione. Loro se lo ricordano che sono scappati tutti ma Gesù l'invita a non guardare al loro peccato o alle loro fragilità, ma a lui. Questo ci annunciano: “Guardate a lui che ha saputo perdonarci e amarci. Di questo siamo testimoni”.
Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto». La potenza che riceveranno è quella che gli concederà di essere deboli, di riconoscere i loro limiti e di non mettere più al centro della loro vita se stessi e le loro paure, ma Gesù e i fratelli.
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Benedire significa dire bene, desiderare il bene di questi discepoli e di noi, che siamo quello che siamo. Preghiamo affinché anche noi riusciamo a benedire i nostri fratelli, buoni e cattivi, come fa Gesù con noi.
Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio. Perché vanno nel tempio a pregare? Perché ancora non sanno dove andare. Dopo la pentecoste scopriranno che Dio è nei fratelli e ovunque possono pregarlo. Non avranno più bisogno del tempio. Questa grande gioia viene dallo sperimentare che grazie a questa partenza, la sua presenza diventa universale, diventa il Dio con noi, talmente grande che riesce a farsi piccolo per stare vicino ad ognuno di noi. Questo è il mistero della fede, alla quale posso credere solo se ne faccio l'esperienza. Io questo l'ho toccato con mano tante volte, e non sono il solo. Signore grazie. Continua a manifestarti e a trasmetterci questa gioia, soprattutto a chi ne ha urgente bisogno.
Buona domenica.