TESTO Commento su Gv 6, 22-29
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Lunedì della III settimana di Pasqua (05/05/2025)
Vangelo: Gv 6,22-29
Come vivere questa Parola?
Il brano del Vangelo di oggi segue il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci di Gesù. La folla, dopo essersi saziata, continua affannata a cercare Gesù finché non lo trova. Quante volte, anche noi, ci aggrappiamo a qualcosa che sazia la nostra fame, che può essere un bisogno fisico ma anche di relazione, di senso o persino spirituale. Sperimentare la fame, una mancanza, ci mette in cammino e alla ricerca e, quando troviamo qualcosa che soddisfa questa fame, vorremmo fermarci lì, pensando di aver trovato ciò che riempie quel vuoto. Gesù, però, invita la folla e ciascuno di noi a fare un passo oltre. Ci invita a credere. E credere in Gesù significa fidarsi che Lui non ci lascia soli nei nostri bisogni, nella nostra fame; fidarci che siamo fatti per ciò che resta e non perisce, perché creati a immagine e somiglianza di Dio. Siamo fatti per l'eternità, che possiamo costruire già su questa terra, qui, ora, nutrendoci di ciò che non muore e che Gesù ci ha lasciato: la sua Parola e Lui stesso, attraverso l'Eucaristia.
Signore Gesù,
aiutami a credere anche quando non vedo segni,
quando attendo conferme o risposte.
Riportami all'essenziale, a fidarmi di Te per camminare con Te.
La voce di una santa
“La peggiore malattia oggi e' il non sentirsi desiderati ne' amati, il sentirsi abbandonati.
Vi sono molte persone al mondo che muoiono di fame, ma un numero ancora maggiore muore per mancanza d'amore. Ognuno ha bisogno di amore. Ognuno deve sapere di essere desiderato, di essere amato e di essere importante per Dio. Vi e' fame d'amore, e vi e' fame di Dio”.
Madre Teresa di Calcutta
Benedetta Ferrone - benedetta.ferrone@gmail.com