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TESTO Commento su Ap 21,3-5

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V Domenica di Pasqua (Anno C) (18/05/2025)

Brano biblico: Ap 21,1-5 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 13,31-35

31Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. 34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Come vivere questa Parola?
Siamo nel penultimo capitolo dell'ultimo libro della Bibbia. La visione di Giovanni parla del compimento della storia, nel senso che parla delle “cose ultime” ma soprattutto nel senso che ci dona il punto di vista attraverso cui guardare tutta la storia: Dio è accanto a te. Lo vedrai chiaramente un giorno, vedrai quanto ti ha portato in braccio, vedrai quanto sei stato suo in vita, vedrai quante lacrime ti ha asciugato, vedrai come ti può rendere nuovo. Ma noi ci giochiamo tutto questo nel nostro oggi e nel luogo in cui siamo: l'apocalisse è un invito alla speranza, a essere la sua presenza, ad asciugare noi quelle lacrime che incontriamo... è un invito ad amare la vita delle persone di cui è intessuta la nostra vita.

Signore, donaci la tua presenza, abita con noi,
Signore, asciuga le nostre lacrime, consolaci,
Signore, rendi nuovo il nostro cuore, dacci vita che trabocca,
Signore, insegnaci ad amarti negli altri, a riconoscerti in loro

La voce di Papa Francesco
Le lacrime di Gesù hanno sconcertato tanti teologi nel corso dei secoli, ma soprattutto hanno lavato tante anime, hanno lenito tante ferite. Anche Gesù ha sperimentato nella sua persona la paura della sofferenza e della morte, la delusione e lo sconforto per il tradimento di Giuda e di Pietro, il dolore per la morte dell'amico Lazzaro. Gesù «non abbandona quelli che ama» (Agostino, In Joh 49,5). Se Dio ha pianto, anch'io posso piangere sapendo di essere compreso. Il pianto di Gesù è l'antidoto contro l'indifferenza per la sofferenza dei miei fratelli. Quel pianto insegna a fare mio il dolore degli altri, a rendermi partecipe del disagio e della sofferenza di quanti vivono nelle situazioni più dolorose... Il pianto di Gesù non può rimanere senza risposta da parte di chi crede in Lui. Come Lui consola, così noi siamo chiamati a consolare.
Papa Francesco, veglia di preghiera per asciugare le lacrime, 5 maggio 2016
ADL - info@sanbiagio.org

 

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