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TESTO Da questo sapranno che siete miei discepoli!

don Lucio D'Abbraccio   don lucio d'abbraccio

V Domenica di Pasqua (Anno C) (18/05/2025)

Vangelo: Gv 13,31-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 13,31-35

31Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. 34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Nel Vangelo di questa V Domenica di Pasqua, abbiamo ascoltato che Gesù dice: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri». Sono parole semplici, ma potentissime: è proprio nell'amore vissuto, nell'amore concreto, che si rivela chi siamo davvero come discepoli del Risorto.

Non si tratta soltanto di evitare il male o di compiere qualche buona azione sporadica. Gesù ci chiama a un amore che serve, perdona, dona se stesso senza cercare ricompense. Pensate a una madre che prepara ogni giorno il pranzo per la sua famiglia, anche quando è stanca, sta vivendo quell'amore; a un figlio o una figlia che spegne il telefono per ascoltare un genitore anziano che racconta per l'ennesima volta la stessa storia, sta amando come Cristo; a un giovane che sceglie di aiutare un compagno di scuola in difficoltà, anche a costo del proprio tempo, è discepolo di Gesù; a una persona che perdona un torto subito, anche se il cuore grida vendetta, sta seguendo il comandamento nuovo. In ciascuno di questi gesti risuona il Vangelo.

Giovanni ci ricorda: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Non è dunque il numero delle preghiere o la conoscenza dei testi sacri a definirci, ma la coerenza tra fede e vita quotidiana. Poniamoci, allora, delle domande: quando parliamo, le nostre parole costruiscono o feriscono? Siamo sul lavoro seminatori di pace o generiamo divisioni con pettegolezzi? In famiglia ascoltiamo veramente o pensiamo solo a noi stessi? Nella comunità parrocchiale, abbiamo il coraggio di fare il primo passo?

La buona notizia è che non siamo soli in questa sfida: lo Spirito Santo ci accompagna, ci consola, ci dona la forza di amare nella nostra debolezza. È Lui che ci insegna a guardare gli altri con occhi nuovi e a riconoscere la dignità di ogni persona, anche di chi ci ha ferito.

In un mondo spesso segnato da egoismo, fretta e superficialità, un gesto d'amore autentico è una luce che non passa inosservata. Può sembrare piccolo, ma parla di Dio.

E allora non scoraggiamoci se non siamo ancora capaci di amare come Gesù. Lui non ci chiede la perfezione subito, ma un cuore disponibile a crescere. Un passo alla volta, con pazienza, nella vita di ogni giorno.

Affidiamo il nostro cammino a Maria, che ha custodito nel cuore ogni parola e ogni gesto del Figlio. Sotto la croce, ha vissuto l'amore con fedeltà e umiltà: che Lei ci insegni a rimanere nel cuore del Signore e a rispondere ogni giorno al Suo comandamento nuovo. Amen!

 

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