TESTO HAI GIÀ FATTO TESTAMENTO?
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V Domenica di Pasqua (Anno C) (18/05/2025)
Vangelo: Gv 13,31-35

31Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. 34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
I.
Se cercate su internet “testamenti curiosi”, ne troverete di ogni tipo: c'è da sorridere, da riflettere e talvolta anche da rimanere perplessi. Samuel Bratt, per esempio, lasciò la sua eredità alla moglie a condizione che iniziasse a fumare cinque sigari al giorno, proprio lei che glielo aveva sempre proibito. Heinrich Heine, poeta tedesco, lasciò tutto alla moglie solo se si fosse risposata, dicendo ironicamente: “Così almeno un'altra persona piangerà la mia morte”. C'è chi ha deciso di lasciare milioni in beneficenza, come Bill Gates, Warren Buffett, Mark Zuckerberg, Michael Bloomberg e tanti altri che hanno aderito al progetto “The Giving Pledge”, (“La Promessa di Donare”). È un'iniziativa lanciata nel 2010 da Bill Gates e Warren Buffett per incoraggiare i miliardari di tutto il mondo a impegnarsi pubblicamente a donare almeno il 50% della propria ricchezza in vita o tramite testamento a cause filantropiche (lotta alla povertà, istruzione, sanità, ricerca, ecc.). Ad oggi, oltre 200 grandi donatori da diversi Paesi hanno firmato questa “promessa”. Alfred Nobel, l'inventore della dinamite, trasformò il ricordo della sua vita con un gesto radicale: creò il Premio Nobel per lasciare un'eredità di pace, scienza e cultura. E poi c'è Leona Helmsley, miliardaria americana, che lasciò 12 milioni di dollari al suo cane, dimenticandosi quasi completamente dei familiari e di chi ne aveva davvero bisogno.
Ma non tutti i testamenti riguardano i soldi. Alcuni lasciano in eredità parole, visioni, speranze: sono i testamenti spirituali. Come quello di Giacomo Leopardi, condensato ne “La ginestra”, dove domina il disincanto e la lotta solitaria contro una natura ostile. Altri invece lasciano parole di luce e di pace: basti pensare al testamento spirituale di san Paolo VI; a quello commovente di padre Antoine Sondag, sacerdote francese, che in punto di morte ha lasciato parole semplici, limpide, piene di fede; o a quello di Don Sergio Colombo, testamento di una fede luminosa e vissuta fino in fondo, che tocca il cuore senza bisogno di spiegazioni.
II.
Ma il più grande testamento spirituale di tutti è quello di Gesù. Lo pronuncia la sera dell'ultima cena, poco prima della passione. E in poche parole riassume tutto: “Figlioli, ancora per poco sono con voi... amatevi gli uni gli altri”. Ecco il cuore della sua eredità: non oro, non proprietà, non potere... ma un comandamento nuovo. Non nuovo nei termini, ma nuovo nel modo: “Come io ho amato voi”. Ecco la novità. Noi amiamo spesso aspettandoci qualcosa in cambio, vogliamo la reciprocità: “ti amo, ma anche tu devi amarmi”. L'amore di Gesù, invece, è gratuito, senza condizioni, senza tornaconto. Ama anche chi lo tradisce, chi lo abbandona, addirittura giustifica coloro che lo stanno uccidendo: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Questa è l'unica vera eredità che cambia il mondo: un amore che non aspetta di essere ricambiato per esistere.
III.
In conclusione.
E tu, hai già fatto il tuo testamento? Non mi riferisco a chi lascerai i tuoi soldi o beni. Quelli passano e si disperdono. Parlo dell'impronta che lascerai nel cuore degli altri. Ci sarà qualcuno che, quando non ci sarai più, potrà dire: “Mi ha insegnato ad amare. Mi ha perdonato. Mi ha voluto bene davvero. Mi ha aiutato a vivere”? Non serve scrivere tante parole nel tuo testamento, ne bastano solo tre: grazie, perdono, amore. Dire grazie a Dio per ogni giorno vissuto. Chiedere perdono per ciò che abbiamo mancato. E perdonare/amare chi ci ha ferito, perché la vera libertà è quella di lasciare questo mondo riconciliati con tutti.
Leona Helmsley ha lasciato milioni al suo cane, dimenticando i poveri e i bisognosi. Un gesto che fa pensare. Forse, tra tutti, la più bisognosa era proprio lei: bisognosa di affetto vero, di relazioni sincere, di quel tipo di amore che nessuna ricchezza può comprare. Neanche quello di un cane. Non c'è grande valore nell'aver amato un cane o un gatto, se poi non sei stato capace di amare le persone che Dio ha posto accanto a te nella vita. L'unica eredità che conta davvero non è quella che lasci scritta in un testamento notarile, ma quella che lasci scritta nei cuori delle persone che hai incontrato nel tuo cammino, e che, grazie a te, si sono sentite meno sole.
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