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TESTO Commento su Matteo 5,20-26

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Venerdì della I settimana di Quaresima (10/03/2006)

Vangelo: Mt 5,20-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

Come vivere questa Parola?

Nel vangelo odierno Gesù sollecita i discepoli a praticare una giustizia che superi quella degli scribi e dei farisei e pone questo requisito come condizione indispensabile per entrare nel regno dei cieli.

Chiariamo innanzi tutto cosa intende l'uomo biblico per giustizia. Mentre essa ha per noi una connotazione principalmente sociale (giustizia tra gli uomini), nell'ambiente biblico la giustizia è anzitutto rettitudine di rapporti con Dio. Se poi questa giustizia ha a che vedere con il prossimo, è perché del prossimo il credente è responsabile proprio davanti a Dio. I contenuti di questa giustizia, poi, come viene più volte ribadito dalla liturgia nel tempo quaresimale, sono l'elemosina, la preghiera e il digiuno.

Ora chiediamoci: cosa vuol dire veramente Gesù esortando i discepoli a superare scribi e farisei in tali comportamenti religiosi? Di certo non significa fare di più, ma agire con purezza di cuore, non per essere ammirati dagli uomini, ma per essere limpidi davanti a Dio e calamitati totalmente dalle esigenze del Regno, depistando le insidie del vuoto apparire che fa deragliare su percorsi di inautenticità mortifera.

In concreto oggi la Parola ci chiede di spazzar via quanto di farisaico s'annida in noi: pensieri parole ed opere; formalismi ipocrisie e falsità. O, più semplicemente, quel fare superbo che appiattisce le altezze e la dignità del nostro essere uomini e donne del Vangelo.

Nel mio rientro al cuore, oggi chiedo al Signore che mi aiuti sfrondare tutto ciò che in me è giustizia farisaica, culto dell'apparenza, ricerca di consenso e ammirazione.

Liberami, Signore, da ogni forma di gretto sentire e rendimi limpido e puro perché possa entrare nel regno dei cieli con cuore bambino.

La voce di uno scrittore del Novecento

Se il cristianesimo viene spogliato delle sue assurdità per renderlo gradito al mondo, cosa ne rimane? Voi sapete che la ragionevolezza, il buon senso, le virtù naturali esistevano già prima di Cristo e che si trovano anche ora presso molti non cristiani. Cosa ci ha portato Cristo in più? Appunto alcune assurdità. Ci ha detto: Amate la povertà, amate gli umiliati e gli offesi, amate i vostri nemici, non preoccupatevi del potere, della carriera, degli onori, delle cose effimeri, indegne di anime immortali.
Ignazio Silone

 

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