TESTO GRATI E INNAMORATI
padre Ezio Lorenzo Bono Home Page
S. Mattia (14/05/2025)
Vangelo: Gv 15,9-17

«9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Vi è già capitato di alzarvi una mattina e dire: “Oggi voglio innamorarmi di quella persona”?. Credo proprio di no. Perché l'amore non si decide a tavolino. Non si pianifica come un appuntamento. Semplicemente... accade. Un giorno ci si scopre innamorati. E, spesso, non siamo nemmeno noi a scegliere chi amare: è l'amore stesso che ci chiama, che ci attira verso qualcuno.
Credo che qualcosa di simile accada anche con la fede. Non è che un giorno ci siamo alzati e abbiamo detto: “Da oggi voglio credere in Gesù, voglio amarlo”. No. Piuttosto ci ritroviamo a rispondere a una chiamata misteriosa che abbiamo sentito dentro, che ci ha attratto, che ci ha conquistato, che ci ha sussurrato: “Vieni”.
Nel Vangelo di oggi, Gesù dice proprio questo: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”. La fede, allora, non è una nostra conquista. È un dono. È Lui che ci ha scelti, che ci ha amati per primo. Noi possiamo solo accogliere o rifiutare questo dono. Corrispondere o meno a questo amore.
A questo punto, qualcuno potrebbe obiettare: “Se io non credo, non è colpa mia. È solo perché non ho ricevuto il dono della fede”. Avrà ragione? O forse il dono è offerto a tutti, ma non tutti lo accolgono? Sono i misteri della fede. Ma una cosa è certa: noi, che oggi crediamo, non possiamo che ringraziare, non possiamo che essere felici di non esserci sottratti a quell'Amore che ha bussato alla nostra porta.
E forse l'unica vera domanda che possiamo farci è questa: “Perché proprio io? Perché Gesù ha scelto me?”. Perché ha fatto sentire a me così forte il suo amore, da renderlo irresistibile... mentre altri, magari più intelligenti, più bravi, più sensibili di me, non l'hanno sentito? Mah... è proprio un mistero della fede. Ma un mistero bello.
Gesù conclude: “Vi ho scelti perché andiate e portiate frutto”. Non siamo stati scelti per vantarcene, ma per amare, per servire, per testimoniare. Come San Mattia: scelto per essere apostolo, anche se non faceva parte dei Dodici iniziali. Anche noi, forse arrivati “dopo”, siamo scelti, senza nostro merito, per essere strumenti del Vangelo. Non possiamo che esserne grati e innamorati.