TESTO Amore per costruire ponti
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IV domenica T. Pasqua (Anno C) (11/05/2025)
Vangelo: Gv 15,9-17

«9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Siamo reduci da una giornata intensa che ha visto affacciarsi il nuovo Papa Leone XIV. Risuonano forte le parole di pace pronunciate al momento del suo saluto alla Piazza.
Quello che colpisce il suo richiamo a creare ponti in un mondo in cui vengono costruiti muri. Penso che nella sua mente ci sia la nazione di origine dove da anni si progetta e si procede alla realizzazione di una separazione con il Messico, indipendentemente da quale amministrazione governa.
Il richiamo di Papa Prevost è quindi a quel comandamento che Gesù ha consegnato nell'Ultima Cena: l'amore.
Il cristiano, ovvero il discepolo di Gesù, non può separare la sua vita di fede, dalla carità. Non può vivere come in una sorte di schizofrenia.
Un chiaro monito quindi anche alla nostra Europa dove troppi sono i rigurgiti di odio e di paura che non sono una bella testimonianza della fede cristiana.
Quello che Papa Leone XIV ci offre è ancora una volta un invito a crescere nell'amore vicendevole in un mondo segnato da violenza e guerre che non tendono a diminuire, ma a crescere come possiamo vedere dai mezzi di comunicazione con l'accendersi di forti tensioni tra Pakistan e India.
Il comandamento dell'amore, la consegna di Gesù ai suoi discepoli e a tutti noi si perpetua da sempre e si ravviva con la grande lezione di questo nuovo successore di Pietro e il suo invito a realizzare ponti e non divisioni.
Quando Gesù fa questo discorso ha davanti un traditore, che lo vende per pochi denari e dei pavidi che lo lasceranno da solo davanti alla morte.
Un compito che viene affidato in un momento difficile, ma che non costituisce uno slogan, ma fa parte di un piano concreto di vita di Gesù stesso plasticato nella lavanda dei piedi, donato completamente nel consegnarsi ai suoi uccisori.
Egli è oggetto dell'amore del Padre e di questa unità così forte di cui vuole rendere partecipi tutti noi. Egli quindi lo vive il comandamento dell'amore perché per primo lo ha sperimentato.
Allora, quello che ci è richiesto a noi è di vivere questa dimensione a pieno non a spot, ma in continuità anche quando il vento sembra spirare il contrario.
Nel caso di Paolo nella seconda lettura ci viene offerto l'impegno che l'apostolo delle genti vive in mezzo alle catene senza avere recriminazioni e senza rabbia, ma con quella gioia che gli fa affrontare le difficoltà.
Nella giornata di preghiera per le vocazioni alla luce di tutto questo discorso comprendiamo che prima di tutto siamo chiamati a vivere il centro di tutta la nostra vita e di ogni nostra chiamata: l'amore.
Non come realtà passionale, come il mondo ci propone, ma come dimensione ontologica, quindi propria di tutti i cristiani, che dura in mezzo alle tempeste della vita.
Scoprendo questa realtà allora si concretizza una scelta che può essere matrimoniale, religiosa o sacerdotale.
Questi stati di vita diventano la risposta all'amore che Dio ha per ciascuno di noi.
Oggi allora diventa importante pregare perché le vocazioni crescano in abbondanza, ma che quelle già in essere siano forti in mezzo alle tribolazioni e alle difficoltà perché si possa testimoniare l'amore che Dio ha per ciascuno.