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TESTO Commento su Giovanni 15,18-21

Missionari della Via   Missionari della Via - Veritas in Caritate

Sabato della V settimana di Pasqua (24/05/2025)

Vangelo: Gv 15,18-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Le parole del Vangelo di oggi sono molto importanti. Ci ricordano che un criterio di autenticità nella sequela di Gesù è la persecuzione. Sì, abbiamo capito bene, la persecuzione. Non dobbiamo pensare solo a quella fisica, ma anche a quella morale, alle calunnie, alla diffamazione, allo scherno, all'isolamento... Seguire davvero Gesù senza adeguarsi alla logica del mondo fatta di menzogne, di compromessi con il potere, di doppiogiochismo, di interessi ideologici, significa essere perseguitati. E non soltanto dalle persone del mondo, talvolta purtroppo anche nella Chiesa stessa. Guardiamo alla vita dei santi: quanti sono stati perseguitati perché considerati “strani”, esagerati, visionari, ribelli? I santi, mantenendosi sempre nell'obbedienza a Dio e alla Chiesa, ci insegnano “la follia dell'amore evangelico”; vi sono stati uomini e donne accesi d'amore al punto da scardinare una “religiosità comoda” e per questo hanno dovuto soffrire tanto... Eppure ora splendono come fiaccole sul nostro cammino. Pertanto, dico a te, fratello caro, incompreso sul posto di lavoro perché cerchi di essere corretto con Dio e con gli altri; dico a te, sorella cara, che cerchi di difendere la vita anche se ti trovi tutti contro; dico a te, che cerchi di amare senza piegarti alle logiche della vendetta; dico a te che cerchi di vivere intensamente e seriamente la tua vocazione: coraggio! Il Signore ti è vicino. Non dimenticare:

«Questa è grazia: subire afflizioni, soffrendo ingiustamente a causa della conoscenza di Dio; che gloria sarebbe, infatti, sopportare di essere percossi quando si è colpevoli? Ma se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, perché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca; insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anime» (1Pt 2,19-25).

 

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