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TESTO Quell' amore che fa risorgere

don Giacomo Falco Brini   Predicatelo sui tetti - blog personale

III Domenica di Pasqua (Anno C) (04/05/2025)

Vangelo: Gv 21,1-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Credere nella resurrezione di Cristo e, di conseguenza, alla nostra, non è operazione facile. Lo si capisce proprio dai racconti che meditiamo in questo tempo di Pasqua. Domenica scorsa questa fatica l'abbiamo vista incarnata in Tommaso, ma se leggiamo anche gli altri vangeli possiamo verificare che questa fede non nasce nel cuore dei discepoli all'impatto immediato con Gesù risorto. Oggi, nel racconto di Giovanni vediamo che l'incontro con il Signore risorto è preceduto dalla scena che colloca alcuni apostoli in una vita che ha ripreso il suo ritmo e la sua ordinaria attività. Pietro ritorna a pescare e gli altri presenti si uniscono a lui. Nell'episodio di domenica scorsa inizialmente manca il solo Tommaso (oltre a Giuda ovviamente). Oggi Tommaso c'è dall'inizio, ma all'appello ne mancano ben tre. Come mai? Non lo sappiamo. Quel che sappiamo è che quella notte, per i pescatori, la battuta di pesca fu un fiasco totale. Primo messaggio: l'esperienza della potenza della resurrezione è sempre nascosta all'interno di un fallimento, di una delusione, di un qualcosa che lascia la tua vita “a bocca asciutta”.

Proprio in quel momento, all'alba, cioè quando la realtà non la si percepisce pienamente illuminata e con i contorni ben definiti, mentre i discepoli rientrano con l'animo certamente insoddisfatto, Gesù si presenta sulla riva del mare per chiedere qualcosa mangiare, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Perché non si accorsero? Forse anche qui ci vuole essere comunicata una fatica umana nel credere. Sta di fatto che il Signore invita i pescatori a ritornare in mare a pescare, dando direttive che qualsiasi pescatore non accetterebbe mai. Ma i discepoli obbediscono a quella parola, ed è proprio per l'obbedienza alla parola di quel misterioso uomo che la barca si riempie di pesci. Giovanni, come successe nella corsa al sepolcro con Pietro dopo l'annuncio della tomba vuota di Maria Maddalena, arriva per primo a svegliarsi e a riconoscere Gesù: è il Signore! E Pietro, al solo udire l'esclamazione di Giovanni, si butta in mare per raggiungere la riva. Una scena stupenda che esprime il legame profondo dei due con Gesù. Secondo messaggio: Cristo aiuta i suoi a riconoscerlo agendo sulla loro memoria, ripresentando qualcosa che avevano già vissuto. La firma di Dio, una volta conosciuta, la sai riconoscere ancora.

La terza scena del vangelo è propriamente eucaristica. Giunti tutti a riva, gli apostoli trovano del pesce a cuocersi su un fuoco di brace. Gesù chiede di portare del loro pesce. E in questa comunione di beni si celebra la rinnovata amicizia con il Signore che invita i suoi a mangiare con Lui. L'evangelista si sofferma a rilevare che nessuno osava domandare a Gesù chi fosse, perché in quel momento sapevano bene che era il Signore e anche che era la terza volta che Gesù si manifestava loro. D'ora in poi ogni discepolo sarà chiamato a celebrare la sua relazione con Gesù nel sacramento dell'eucarestia, sapendo bene che lì il Signore dona la certezza della sua presenza reale. Terzo messaggio: Dio, in Gesù Cristo, ci chiama a una comunione di vita con Lui, perché ci ama e ci dona la sua stessa vita da risorto, una vita immortale che cresce lentamente all'interno della nostra vita mortale.

L'ultima scena poi, è la più delicata e commovente. Terminato di mangiare, Gesù guarda Pietro, ha qualcosa da dirgli. La triplice domanda affettiva chiede a Pietro di manifestare il suo amore personale per Gesù, ma quando alle sue orecchie la domanda giunge per la terza volta, Pietro ha una contrizione interiore dolorosa. Anche qui Gesù ha riattivato la sua memoria, questa volta però per guarirlo in profondità nella ferita del suo triplice rinnegamento. Gesù non è andato a “raschiarlo” nella sua ferita, ma voleva raggiungerlo lì perché Pietro comprendesse il senso della sua morte in Croce: il Signore lo ha amato nel suo rinnegamento e Pietro dovrà ricordare che fondamento della sua elezione è questo Amore più grande del peccato, la Misericordia di Dio che rilancia sempre la sua fedeltà all'uomo. Quarto messaggio: l'esperienza della potenza della resurrezione di Cristo coincide con l'esperienza del suo perdono. Conoscere l'amore di Dio è conoscere l'amore che fa risorgere.

 

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