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TESTO Commento su Gn 9,12-13

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

I Domenica di Quaresima (Anno B) (05/03/2006)

Brano biblico: Gn 9,12-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,12-15

12E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto 13e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.

14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Dalla Parola del giorno

Questo è il segno dell'alleanza, che io pongo tra me e voi e tra ogni essere vivente che è con voi per le generazioni eterne. Il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà il segno dell'alleanza tra me e la terra.

Come vivere questa Parola?

Con la prima lettura, la liturgia odierna ci immette nel contesto del diluvio universale. Il dilagare del male ha introdotto nel mondo un elemento di disordine che si ritorce contro l'uomo. Tremendi sconvolgimenti cosmici, con il loro corollario di distruzione e di morte, scuotono la creazione. L'uomo ne è travolto. Solo Noè con la sua famiglia riescono a scampare alla terribile ecatombe. Una pagina che, se letta in profondità, presenta punti di contatto con quanto stiamo vivendo ai nostri giorni. Non è ancora con l'insipienza umana, con questa sua insana smania di potere spinta fino a violentare la natura, che ci troviamo a fare i conti? Spettatori impotenti dinanzi a catastrofi che avremmo potuto e dovuto evitare... Ma ecco: su questo scenario di morte, si disegna un luminoso arcobaleno. All'epoca del testo biblico, gli strumenti di guerra erano gli archi e le frecce, che, in tempo di pace, venivano appesi alle pareti. Il presentare Dio nell'atto di "appendere" alla volta celeste il suo arco, è un modo plastico per rendere un concetto altamente teologico. Dio è misericordia. Egli conosce il cuore dell'uomo e sa che esso "è incline al male fin dall'adolescienza", ma non vuole "la morte del peccatore, bensì che si converta e viva". Per questo offre la sua alleanza e ne pone il segno tra le nubi. Più volte la riconfermerà lungo la storia, fino a sancirla definitivamente nel sangue del Figlio. Noi viviamo "in" e "di" questa alleanza, ma ne abbiamo seppellito la memoria. E con essa abbiamo affossato anche la speranza. Ed ecco, con la quaresima, il tempo opportuno per farla rinverdire.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, sosterò dinanzi a questa immagine di pace. Sì, Dio è Dio dell'alleanza perché il suo nome è "PACE". Decido quindi di entrare consapevolmente in questa alleanza, impegnandomi ad essere, a mia volta, operatore di pace.

L'arcobaleno che oggi illumina il nostro cielo sono le braccia del Crocifisso-Risorto, stese ad abbracciare il mondo intero. Un pegno di pace che tu, Signore, ci offri. Ma anche un impegno che ci chiami ad assumere: mantener desta nel mondo l'umile fiammella della speranza.

La voce di un testimone

La speranza è parente stretta del realismo. È la tensione di chi, incamminatosi su una strada, ne ha già percorso un tratto e orienta i suoi passi, con amore e trepidazione, verso il traguardo non ancora raggiunto. E' impegno robusto, insomma, che non ha da spartire nulla con la fuga.
Don Tonino Bello

 

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