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TESTO Commento su Luca 5,27-32

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Sabato dopo le Ceneri (04/03/2006)

Vangelo: Lc 5,27-32 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 5,27-32

27Dopo questo egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». 28Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.

29Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a tavola. 30I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 31Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; 32io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

Dalla Parola del giorno

Perché mangiate e bevete con i peccatori e i pubblicani?

Come vivere questa Parola?

Siamo in un contesto conviviale. Un'immagine dalle risonanze escatologiche ricorrente nella Scrittura. È Dio che imbandisce un banchetto di vivande succulente (cf Is 25,6). Ma è ancora lui che si siede al desco familiare di chi al suo tocco gli spalanca la porta del cuore (cf Ap 3,20). È il caso di Levi. Un pubblicano segnato a dito e accuratamente evitato dai farisei. E attorno alla tavola imbandita ecco assidersi uno stuolo di peccatori e di pubblicani. Gesù è tra loro, con grande scandalo dei benpensanti dell'epoca: i farisei, e forse, perché no, anche nostro. Non ci è mai venuto da pensare: ma come può Dio permettere questo? In fondo anche noi siamo tentati di farci un Dio a nostra immagine, pronto a punire ogni peccato. Alla sua mensa dovrebbero assidersi solo i "giusti", tra cui, naturalmente, siamo da annoverare noi, anche se ci proclamiamo "peccatori". Gesù, invece, afferma solennemente di essere venuto proprio per i peccatori. È per loro che il banchetto è imbandito, perché il Padre non cessa di amarli e attende il loro ritorno, anzi: il mio, il tuo. Sì, Dio sta bussando alla porta del nostro cuore per invitarci alla conversione e desidera poter entrare per cenare con noi e noi con lui. Ma la porta si apre solo dall'interno, con la chiave dell'umile riconoscimento del proprio peccato accompagnato dalla certezza del suo perdono.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi metterò con tutta onestà dinanzi a me stesso e mi chiederò: quale è il peccato in cui cado più frequentemente? Quale la sua radice? Prenderò poi risoluzioni adeguate che rendano la quaresima un vero cammino di conversione

Converti, Signore, il mio cuore, perché in tutto cerchi te solo, la tua volontà e la tua gloria.

La voce di un monaco del VI secolo

Ti definisci peccatore; ma in realtà riveli di non aver raggiunto la coscienza della tua infermità. Chi si riconosce peccatore non dissente con nessuno, non discute con nessuno, non è in collera con nessuno, ma considera ogni uomo migliore e più saggio di se stesso. Se sei un peccatore, perché biasimi il tuo prossimo e lo accusi di recarti offesa? Stando così le cose, tu ed io siamo lontani dal ritenerci dei peccatori.
Abba Barsanufio ad abba Giovanni

 

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