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TESTO Commento su Giovanni 14,6-14

Missionari della Via   Missionari della Via - Veritas in Caritate

Santi Filippo e Giacomo (03/05/2025)

Vangelo: Gv 14,6-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. 13E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

La rivelazione di Gesù a Tommaso è una delle più affascinanti: «via, verità e vita». Lui è la verità, l'appiglio sicuro, la rivelazione piena di Dio e dell'uomo; Lui è la vita divina comunicata all'uomo (= vita) ma al contempo è anche “via”. Cosa suggerisce la “via”? La via indica un tragitto da percorrere per arrivare alla meta, dunque dinamismo, cammino. Mentre Tommaso chiedeva risposte chiare e distinte (“Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via”?) e Filippo domanda manifestazioni evidenti («mostraci il Padre e ci basta»), Gesù si autoproclama “via”. Cioè camminando con Lui man mano possiamo conoscerlo profondamente, conoscere noi stessi e sperimentare la sua vita e il suo amore in noi. La “via” è una delle immagini più belle per esprimere il cammino del credente; sin dall'Antico Testamento, nei suoi significati metaforici indica il cammino che Dio percorre con il suo popolo e, al contempo, il cammino che il popolo è chiamato a percorrere con il suo Dio, ascoltando e obbedendo alle sue parole. È un cammino di liberazione, verso la terra promessa, un cammino lungo il quale il popolo cresce e si forma. La “via” chiede questo dinamismo e si oppone a ogni forma di possesso. Quante volte vorremmo che le cose si chiarissero e si palesassero “subito”; o quante volte si rischia di ridurre anche la fede al possesso di informazioni da mettersi in tasca e che, una volta acquisite, si vivono autonomamente. Quante volte si riduce la fede a “gnosticismo”, come se il solo sapere salvasse. Gesù si proclama “via”, ricordandoci che la fede (e la vita) sono un cammino, un percorso condiviso; si cresce lungo il percorso, il cammino si chiarisce strada facendo, così come una relazione si costruisce nel tempo. Quando siamo tentati dallo sconforto perché ci saremmo aspettati risposte risolutive o evidenze che non arrivano, ricordiamoci che Gesù si è proclamato “via”. Perciò, ci invita a camminare, a non scoraggiarci, seguendolo. I tempi di Dio spesso non sono i nostri e spesso i tempi di ulteriore attesa non solo sono i tempi necessari alla sua opera ma anche per la nostra crescita. Seguiamolo dunque, non dimenticando che il nostro Maestro non si è definito tavola (dove si sta comodamente seduti) né piazza (dove si passa il tempo a chiacchierare) ma via: via da percorrere, via sicura di salvezza, via che conduce alla vera meta!

«Quando sperimentiamo la fatica, lo smarrimento e persino il fallimento, ricordiamo dove è diretta la nostra vita. Non dobbiamo perdere di vista la meta, anche se oggi corriamo il rischio di scordarcelo, di dimenticare le domande finali, quelle importanti: dove andiamo? Verso dove camminiamo? Per cosa vale la pena vivere? Senza queste domande, schiacciamo la vita solo sul presente, pensiamo che dobbiamo goderla il più possibile e finiamo per vivere alla giornata, senza uno scopo, senza un traguardo. La nostra patria, invece, è nel cielo (cfr Fil 3,20), non dimentichiamo la grandezza e la bellezza della meta! [...] Gesù stesso è la via da seguire per vivere nella verità e avere la vita in abbondanza. Lui è la via e dunque la fede in Lui non è un “pacchetto di idee” da credere, ma una strada da percorrere, un viaggio da compiere, un cammino con Lui. È seguire Gesù, perché Egli è la via che conduce alla felicità che non tramonta» (papa Francesco).

 

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