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TESTO Cercatori di Bellezza

don Andrea Varliero

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II Domenica di Quaresima (Anno C) (16/03/2025)

Vangelo: Lc 9,28-36 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,28-36

28Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. 32Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. 34Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. 35E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». 36Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Dal deserto alla montagna. Dal vento che ti segna il volto, dalla solitudine amplificata dopo quaranta giorni, alla nube che ti rinfresca e ti copre, agli amici che dicono che è bello restare lì. È il ritmo della nostra vita, il respiro dei cercatori di Dio: questo deserto e questa montagna, questa prova e questa conferma. Oggi saliamo sul monte della trasfigurazione, esperienza che tutti noi abbiamo vissuto nella nostra vita.

Semplicemente, tutto avviene mentre si sta pregando, è una scuola di preghiera. Mi tornano al cuore le parole di un anziano monaco che ha vissuto l'intera sua vita nella preghiera: «Credo che la preghiera non è tutto, ma che tutto deve cominciare dalla preghiera: perché l'uomo che agisce senza Dio non dà mai il meglio di se stesso. Credo che si possa pregare tacendo, soffrendo, lavorando, ma il silenzio è preghiera solo se si ama, la sofferenza è preghiera solo se si ama, il lavoro è preghiera solo se si ama. Credo che non sapremo mai con esattezza se la nostra è preghiera o non lo è, ma esiste un test infallibile della preghiera: se cresciamo nell'amore, se cresciamo nel distacco dal male, se cresciamo nella fedeltà alla volontà di Dio. Credo che impari a pregare solo chi impara a resistere al silenzio di Dio. Credo che tutti i giorni dobbiamo chiedere al Signore il dono della preghiera, perché chi impara a pregare, impara a vivere». Quello che è la nostra essenza di comunità, quello che ci spinge ad uno slancio umano, quello che permette un distacco dai sentimenti forti e una rappacificazione, l'essenziale e il segreto più bello e intimo di una comunità e di tutti noi, sta racchiuso nella preghiera. Sul monte della trasfigurazione tutto inizia e termina nella preghiera.

Semplicemente, non c'è un volto deformato e neanche una metamorfosi, non c'è un mito pagano e neanche un fuoco d'artificio. Il suo volto diviene «altro», ed è il segno più bello. Lì, sul monte, ci viene restituita la possibilità di un volto «altro»: il volto di Dio è un volto che io non posso ridurre al mio. Nei campi di sterminio come nelle nostre case, negli ambienti di lavoro come a scuola, nelle carceri come in ospedale, la prima forma di disumanizzazione che operiamo sta nel non guardare più in volto le persone davanti a noi. E smettendo di guardarle in volto noi cessiamo di considerarle appunto volti, persone. E cessando di considerarle persone possiamo umiliarle e fargli del male. Il volto è il luogo più sacro a tutti noi, il nostro volto noi da soli non possiamo vederlo: è sempre necessario che venga letto dall'amico, da chi ci ama, dalla madre e dal padre, dall'altro. Oggi è la festa di un volto «altro», che guarda e parla al mio stesso volto.

Semplicemente, è bello per noi stare qui. Facciamo un campeggio, tre tende su questo prato di montagna. La Bellezza. Se sono cristiano, se ho accolto in una chiamata il suo volto, è perché una sete e un desiderio di bellezza hanno bussato alle porte della vita. La sua Bellezza non è solo estetica, cammina sempre insieme a ciò che è vero, a ciò che è giusto, a ciò che è nobile, a ciò che è relazione. La sua Bellezza amplia la capacità di amare. Un paesaggio bello, una musica bella, un volto e un corpo belli non sono il semplice accordo delle parti in un tutto armonico, ma l'accadere dell'altro, piena realizzazione. C'è bellezza e bellezza: c'è una bellezza opaca e scura che diventa un pretendere, un arraffare, e c'è una bellezza nitida e trasparente che diventa dono. Le conosciamo entrambe.

Semplicemente, la gioia e la paura, il volto e la voce, la bellezza e l'oscurità, le parole e il silenzio abitano la Trasfigurazione. Una voce che conferma: «Questi è il Figlio, ascoltatelo!». Se desidero vedere il suo volto sono chiamato ad ascoltarlo, parola e contemplazione camminano insieme. E se l'ascolto, allora come Abramo sono chiamato ad uscire da questa terra di oppressione e di morte, finalmente posso tornare a riveder le stelle, a contarle per nome. Ad entrare in me stesso e ad uscire da tutto ciò che non ha a che fare con la bellezza. Un piccolo esercizio spirituale per tutti noi, in questa settimana: essere cercatori di bellezza. Trovarla e lasciarsi disarmare da Lei, ascoltarla nella preghiera e guardarla nei volti. Custodire la bellezza, senza deformarla. Diventare ribelli, restituendo ai nostri giorni bellezza. Prima di quel gesto, prima di quella sentenza, prima di quell'azione, una domanda: è bello? Porterà maggiore bellezza?

 

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