TESTO Giù la maschera
padre Ezio Lorenzo Bono Home Page
Mercoledì delle Ceneri (05/03/2025)
Vangelo: Mt 6,1-6.16-18

«1State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. 2Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 3Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, 4perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
5E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 6Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
«16E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 17Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, 18perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Come ogni anno, è arrivato il momento di togliere la maschera. Il Carnevale è finito, con i suoi travestimenti e le sue illusioni. Ora siamo chiamati a ritornare a noi stessi, a presentarci nudi davanti a Dio, senza finzioni. Ma le maschere non le indossiamo solo a Carnevale: spesso, nella nostra relazione con Dio e con gli altri, ci nascondiamo dietro ruoli e apparenze, perché non ci piace mostrarci per quello che siamo. Eppure, davanti a Dio, ogni sotterfugio è inutile: Lui ci conosce fino in fondo, meglio di quanto noi conosciamo noi stessi.
La Quaresima è il tempo dell'autenticità, il tempo in cui siamo chiamati a spogliarci di ogni maschera. Con l'imposizione delle ceneri sul nostro capo, la Chiesa ci ricorda chi siamo davvero: polvere, nulla. Ma ci ricorda anche qualcosa di ancora più grande: quella polvere è amata, infinitamente amata da Dio. Egli ci ama così come siamo, molto più di quanto riusciamo ad amarci noi stessi.
La cenere ci dice che tutto passa, Dio ci dice che solo l'amore resta.
Nel Vangelo di oggi, Gesù ci chiede proprio questo: amore.
1. Amore a Dio - attraverso una preghiera autentica, un dialogo sincero con Lui, un tempo di silenzio e di intimità, lontano dagli sguardi del mondo. “Chiudi la porta della tua stanza”, dice Gesù. Pregare è un atto d'amore.
2. Amore per noi stessi - attraverso il digiuno, che non è solo privazione, ma libertà. Digiuniamo per disintossicarci da ciò che ci avvelena e ci soffoca, per riscoprire l'essenziale, per scegliere la sobrietà invece dello spreco, la semplicità invece dell'eccesso. Anche digiunare è un atto d'amore per noi stessi.
3. Amore per gli altri - attraverso l'elemosina, che non è solo dare denaro, ma donare qualcosa di ancora più prezioso: il nostro tempo, la nostra attenzione, il nostro sguardo. Ci sono tante persone invisibili nella società, e un sorriso sincero può essere il più grande atto d'amore. Un sorriso dice all'altro: “Io ti vedo. Tu esisti.”
Allora, giù la maschera. Scopriamo il nostro vero volto, il volto di Dio e quello dei fratelli.
IMPEGNO QUARESIMALE:
Oggi scelgo di togliere la maschera. Nella preghiera, mi presento a Dio così come sono, senza finzioni. Con me stesso, riconosco una mia fragilità senza paura. Con gli altri, smetto di recitare un ruolo e mostro il mio volto vero, con sincerità e semplicità.