TESTO Cittadini del Regno
VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (16/02/2025)
Vangelo: Lc 6,17.20-26

In quel tempo, Gesù, 17disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone,
20Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
21Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
22Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
24Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
25Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
Tempo fa, mentre rientravo a piedi alla casa parrocchiale, vidi tre bambine che rovistavano tra la spazzatura davanti al mercato di San Pedro. Mi fermai e le salutai; la maggiore delle tre mi riconobbe e mi abbracciò forte. Mi raccontò che la loro mamma stava male: vomitava e aveva la diarrea da diversi giorni. Stavano cercando tra gli scarti del mercato un po' di verdura per preparare una zuppa, o qualcosa di simile. Le invitai ad accompagnarmi in parrocchia, riempii uno zaino con qualche provvista e le accompagnai a casa. Ormai era quasi buio.
Appena entrarono in casa, le bimbe iniziarono a gridare e saltare dalla gioia, annunciando la visita inaspettata del padrecito. La casa era molto povera: i muri di mattoni di fango, il tetto di lamiera e plastica. Sull'unico tavolo c'erano tre patate, una bottiglia d'olio a metà e un vaso di zucchero. Supposi che quella fosse tutta la loro dispensa. La mamma si sorprese della mia visita: non mi conosceva, ma mi invitò a sedermi vicino al letto. Mi raccontò che suo marito era scomparso da tre mesi, probabilmente tornato nel suo paesino sulla cordigliera andina, dove aveva altri figli con due o tre donne diverse. Lei aveva fatto di tutto per le sue bambine, ma da giorni stava male: vomito, diarrea, nausea e un forte dolore allo stomaco. I vicini si erano presi cura delle bimbe, offrendo loro la colazione e la cena ogni giorno. Lei però voleva tornare a lavorare, per non dipendere da nessuno, ma non aveva le forze, non riusciva nemmeno a reggersi in piedi. Due lacrime le solcarono il viso; mi prese la mano, fissò il crocifisso di legno che portavo al collo e disse: “Lui non mi ha mai abbandonata, non sono mai stata sola. Lui è sempre stato con me”.
In quel momento compresi davvero le parole di Gesù: “Beati i poveri, perché di essi è il Regno dei cieli”. Perché i poveri sono beati? Perché sanno abbandonarsi nelle mani di Dio, conoscono l'arte della fiducia. I poveri si fidano e si affidano. La prima beatitudine presente le caratteristiche del cittadino del Regno di Dio. Ma, a pensarci bene, prima di tutto sono le caratteristiche di Gesù.
Il Maestro, infatti, non si è limitato a proclamare le beatitudini: le ha vissute. Potremmo dire che le beatitudini sono il suo ritratto. Lui è il povero che ha messo tutto nelle mani del Padre. Lui è l'affamato, colui che piange, che è odiato e insultato.