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TESTO Cittadini del Regno

don Roberto Seregni   Home Page

VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (16/02/2025)

Vangelo: Lc 6,17.20-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,17.20-26

In quel tempo, Gesù, 17disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone,

20Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:

«Beati voi, poveri,

perché vostro è il regno di Dio.

21Beati voi, che ora avete fame,

perché sarete saziati.

Beati voi, che ora piangete,

perché riderete.

22Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.

24Ma guai a voi, ricchi,

perché avete già ricevuto la vostra consolazione.

25Guai a voi, che ora siete sazi,

perché avrete fame.

Guai a voi, che ora ridete,

perché sarete nel dolore e piangerete.

26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.

Tempo fa, mentre rientravo a piedi alla casa parrocchiale, vidi tre bambine che rovistavano tra la spazzatura davanti al mercato di San Pedro. Mi fermai e le salutai; la maggiore delle tre mi riconobbe e mi abbracciò forte. Mi raccontò che la loro mamma stava male: vomitava e aveva la diarrea da diversi giorni. Stavano cercando tra gli scarti del mercato un po' di verdura per preparare una zuppa, o qualcosa di simile. Le invitai ad accompagnarmi in parrocchia, riempii uno zaino con qualche provvista e le accompagnai a casa. Ormai era quasi buio.

Appena entrarono in casa, le bimbe iniziarono a gridare e saltare dalla gioia, annunciando la visita inaspettata del padrecito. La casa era molto povera: i muri di mattoni di fango, il tetto di lamiera e plastica. Sull'unico tavolo c'erano tre patate, una bottiglia d'olio a metà e un vaso di zucchero. Supposi che quella fosse tutta la loro dispensa. La mamma si sorprese della mia visita: non mi conosceva, ma mi invitò a sedermi vicino al letto. Mi raccontò che suo marito era scomparso da tre mesi, probabilmente tornato nel suo paesino sulla cordigliera andina, dove aveva altri figli con due o tre donne diverse. Lei aveva fatto di tutto per le sue bambine, ma da giorni stava male: vomito, diarrea, nausea e un forte dolore allo stomaco. I vicini si erano presi cura delle bimbe, offrendo loro la colazione e la cena ogni giorno. Lei però voleva tornare a lavorare, per non dipendere da nessuno, ma non aveva le forze, non riusciva nemmeno a reggersi in piedi. Due lacrime le solcarono il viso; mi prese la mano, fissò il crocifisso di legno che portavo al collo e disse: “Lui non mi ha mai abbandonata, non sono mai stata sola. Lui è sempre stato con me”.

In quel momento compresi davvero le parole di Gesù: “Beati i poveri, perché di essi è il Regno dei cieli”. Perché i poveri sono beati? Perché sanno abbandonarsi nelle mani di Dio, conoscono l'arte della fiducia. I poveri si fidano e si affidano. La prima beatitudine presente le caratteristiche del cittadino del Regno di Dio. Ma, a pensarci bene, prima di tutto sono le caratteristiche di Gesù.

Il Maestro, infatti, non si è limitato a proclamare le beatitudini: le ha vissute. Potremmo dire che le beatitudini sono il suo ritratto. Lui è il povero che ha messo tutto nelle mani del Padre. Lui è l'affamato, colui che piange, che è odiato e insultato.

 

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