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TESTO Il vecchio e il bambino

don Roberto Seregni   Home Page

Presentazione del Signore (02/02/2025)

Vangelo: Lc 2,22-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,22-40

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

 

Forma breve (Lc 2,22-32):

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

Il racconto della presentazione di Gesù al tempio mi ha sempre fatto molta tenerezza. Luca è molto attento ai dettagli e per ben quattro volte ripete che Maria e Giuseppe vogliono compiere la legge del Signore. Gesù è il loro primogenito e, secondo il libro dell'Esodo, essi devono offrirlo al Signore. Si tratta di un rito molto suggestivo: il figlio non appartiene ai genitori, ma a Dio.

Provo a immaginare i sentimenti che affollavano il cuore di Maria e Giuseppe: sapevano bene che quel bambino che tenevano stretto tra le braccia non apparteneva loro, erano coscienti che il loro bimbo avesse una missione speciale. Proprio per questo motivo, la presentazione di Gesù al tempio non fu soltanto un rito simbolico, ma un vero e proprio atto di consegna e di abbandono alle mani del Padre.

Rileggo queste prime brevi riflessioni e mi viene spontaneo ripensare a tante famiglie che stanno vivendo la stessa fatica di Maria e Giuseppe. Oggi è il giorno giusto per presentare o ripresentare i nostri figli al Padre, per affidarli alla sua mano e metterci con umiltà sui passi della santa famiglia. Con amore e pazienza dobbiamo accompagnare e orientare i nostri figli e, al momento giusto, lasciarli liberi, anche di sbagliare. Sappiamo che non saranno mai soli: il Padre del cielo è il loro custode, è la loro ombra (cf. Sal 121). Come per Maria e Giuseppe, arriverà anche per noi il momento di lottare per i nostri figli solo con la forza della preghiera.

Mi sembra interessante sottolineare la figura di Simeone, un personaggio molto importante che esce dall'ombra solo per una manciata di versetti. La sua missione è quella di riconoscere il Messia e presentarlo pubblicamente. Lui è un anziano profeta che muore dalla voglia di vedere il Messia. Lo ha aspettato, lo ha atteso per tutta la vita e ora lo tiene stretto tra le sue braccia. È una scena davvero bellissima: Simeone, l'anziano immagine dell'attesa, e il bambino Gesù, segno definitivo del compimento della promessa.

Molto bella anche la preghiera che Luca pone sulle labbra dell'anziano profeta. Sottolineo solo un versetto: “I miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli”. Simeone, riprendendo alcuni celebri testi di Isaia, annuncia il carattere universale della salvezza offerta da Gesù. Fin dall'inizio è chiaro che il cammino di Gesù, la sua missione, porta in direzione del mondo intero, di tutti. Ovunque ti trovi, qualunque sia il tuo lavoro e la tua formazione, devi preoccuparti di tutti, senza escludere nessuno.

Con affetto,
Padre Roberto

 

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