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TESTO Commento su Giovanni 8,31-42

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Mercoledì della V settimana di Quaresima (31/03/2004)

Vangelo: Gv 8,31-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Gesù disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: "Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi".

Come vivere questa Parola?

Fra i "Giudei" che hanno ascoltato Gesù, alcuni – annota l'evangelista Giovanni - hanno creduto in Lui. Il testo originale precisa: "Erano giunti a dargli credito" accettandone il messaggio. Ma a Gesù non basta un'adesione di principio, né la semplice ammirazione dei simpatizzanti: l'accoglienza della sua parola deve tradursi in fedeltà di vita, come aveva già detto nel discorso della montagna a proposito dei veri e falsi discepoli: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli" (Mt 7,21). E in tal senso, ora aggiunge: "Se rimanete fedeli alla mia Parola, sarete davvero miei discepoli".

Permanere nella sua parola, in intimità sponsale, nel solco fecondo di una fede autentica e perseverante: ecco cosa chiede Gesù. Ed ecco cosa promette: "Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". Sì, chi si consegna a Lui e a Lui rimane unito come il tralcio alla vite, nella fedeltà dei giorni, fa esperienza della verità, ossia della vita stessa di Dio, e dimora in Lui, nel respiro dell'amore infinito del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. E in questo reciproco donarsi, via via più familiari l'uno all'altro, si percorrono strade di libertà profonda. Una libertà che oltrepassa la semplice possibilità di scelta perché è quella condizione che ci rende partecipi della libertà stessa di Dio, che si esprime nel dono di se stesso.

In definitiva, dunque, cartina di tornasole della nostra fedeltà alla Parola è il dono totale di noi stessi a Dio e agli altri, liberi dal timore di perdere, che è la causa prima di ogni schiavitù!

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò luce e forza di Spirito Santo per essere interiormente liberato dal timore di perdere e pronto, al contempo, a consegnarmi in fedeltà alla Parola che m'interpella nel quotidiano, suggerendomi strade nuove di libertà profonda. Farò mia questa preghiera di San Bernardo di Clairvaux:

L'anima desidera la tua Parola, Signore. Desidera abbandonarsi ad essa per correggersi, esserne illuminata per conoscere, fondarsi su di essa per diventare virtuosa, conformarsi ad essa per diventare bella, sposarsi ad essa e goderla per trovare benedizione.

La voce di un profeta del nostro tempo

Il Cristo vivente è la ragione della mia esistenza e di tutte le mie scelte...Dalla Parola noi siamo continuamente risvegliati per cogliere i segno della risurrezione in noi e tra noi.
Card. Carlo Maria Martini

 

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