TESTO Si mise in cammino
don Angelo Casati Sulla soglia
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Domenica dopo Ottava del Natale del Signore (05/01/2025)
Vangelo: Lc 4,14-22

14Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
16Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
18Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
19a proclamare l’anno di grazia del Signore.
20Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
22Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?».
Non sempre si misura il rischio quando ci si permette di tagliare i testi, anche quelli della Bibbia. Il taglio operato oggi nel brano di Luca è clamoroso al riguardo. Abbiamo concluso pensando a un successo per Gesù nella sinagoga di Nazaret: "Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca". Quasi un'ovazione. Il tempo di pochi versetti e la conclusione della tappa di Gesù nel suo paese è questa, leggiamo: "All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino".
Meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca: ebbene toglie loro - non si illudano - qualsiasi fantasia che possano contare su qualche privilegio - dopo tutto non erano suoi paesani? -. Che anzi, in aggiunta, non si era risparmiato di tessere un elogio, che di più non si può, per gente pagana a confronto di quelli del suo popolo. Ci è facile immaginare lo sconcerto. Era uno di loro, anni e anni passati nel loro paese, circolava per le loro strade, teneva negozio, una famiglia come tutte, era il figlio di Giuseppe. Non era poi da molto che si era allontanato: qualcuno suppone per aggregarsi alla comunità degli Esseni. Poi giunge voce a Nazaret che va per strade e sinagoghe, insegnando; di più, operando guarigioni. Ora ritorna e non è solo, si porta dietro dei discepoli. Ed è come se ritornasse un altro.
Nella sinagoga la tensione era - facile immaginarlo - al colmo. A Gesù viene dato il rotolo, lui non legge il passo che gli viene presentato, lo vedono volgere i fogli; che cosa va a cercare? Si ferma. Ha trovato. Sì, è scritto proprio così: "E trovò il passo dove era scritto: "Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione..."". E alla fine eccolo dire: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato". Per come si stava comportando, a qualcuno forse sarà venuto da pensare che si fosse montato la testa, rivendicava una consacrazione, una unzione da Messia. Pensavano di conoscere tutto di lui. E' una vera ingenuità, e molto comune, quella di presumere di sapere tutto dell'altro; figuratevi se l'altro poi è il figlio dell'Altissimo, ma chi lo avrebbe mai immaginato? Uno che non dava segni di esserlo o, meglio, non dava i segni che si aspettavano loro. Scrive padre Antonio Spadaro: "È così facile confezionare Dio, addomesticarlo, pretendere di sapere chi egli sia, dove egli sia, dove egli non sia, e magari pure chi siano i suoi amici e i suoi nemici.
Dio è selvaggio. Lo è per natura perché di Lui non si può pensare nulla di più grande. È incontenibile. Chi tenta di contenerlo si spacca. Come i compaesani di Gesù che si turbano interiormente, anziché essere fieri e orgogliosi di lui. E Gesù lo sa, li sente bisbigliare. Sa che cosa c'è nel loro animo. Ed è schietto e duro con loro: "Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua", dice". Aveva iniziato dicendo: "Lo Spirito del Signore è sopra di me". Che, se ci pensate bene, è l'esatto contrario dell'immagine di uno che fa tutto di testa sua. A condurlo era un altro. Era lo Spirito. Ed è ciò che appare da tutto il capitolo. Nel Battesimo fu colmato di Spirito santo. Ed ecco lo Spirito lo conduce nel deserto delle tentazioni; e poi per strade e sinagoghe in Giudea; e adesso in Galilea; è scritto: "Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito". Discenderà alla fine a Cafarnao, ma nemmeno a Cafarnao riusciranno a trattenerlo, sfugge all'accerchiamento. E' altro a condurlo, ha un programma dove non c'è possibilità di essere trattenuti.
Il capitolo chiude così: "Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: "È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato"". Lui è per l'universalità. A condurlo incontenibile uno Spirito da cui ha ricevuto un mandato: "Mi ha mandato - e cita Isaia - "a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l'anno di grazia del Signore". Chiude così la citazione da Isaia, omettendo: "a proclamare il giorno di vendetta del nostro Dio". Sconcerto! Mandato e consacrato, diremmo, per liberare, per la liberazione.
La parola risuona - e non una volta sola - nella sua carta di identità, è la parola che si accende ingualcibile nel programma del suo mandato. Ciò per cui è stato mandato e consacrato: una umanità da liberare. E così i poveri, i prigionieri, i ciechi, gli oppressi, gli assetati di grazia prendono la prima fila. "Uno sbilanciamento" direbbe qualcuno. Certo in prima fila, con un privilegio di attenzione e di passione sono coloro che portano il peso di vivere e poco - quasi un niente - di consolazioni. Dovrebbero essere in prima fila anche per noi, con un privilegio di attenzione e di passione. Accade se sei libero, se non sei di quelli che in mente hanno solo se stessi, se non subisci dipendenza, se ti rimane criticità. A voler essere sinceri, tutti, chi più chi meno, subiamo occupazione e siamo da liberare da gioghi, e quelli che non appaiono tali, sono i più pericolosi. Mandato per me, Gesù di Nazaret, il profeta condotto dal vento. Mi rimane negli occhi l'ultimo fotogramma della sua tappa a Nazaret: "e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino".
Si mise in cammino.