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TESTO Commento su Dan 3,40-42

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della III settimana di Quaresima (05/03/2002)

Brano biblico: Dan 3,40-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 18,21-35

21Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 22E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

23Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. 27Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

28Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. 29Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. 30Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

31Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 32Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. 34Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Dalla Parola del giorno

Non c'è delusione per coloro che confidano in te. Ora ti seguiamo con tutto il cuore, ti temiamo e cerchiamo il tuo volto. Fa' con noi secondo la tua clemenza, trattaci secondo la tua benevolenza, secondo la grandezza della tua misericordia.

Come vivere questa Parola?

Com'è bella tutta la preghiera di Azaria che, nella desolazione del sentirsi senza scampo, si rivolge al Signore anche a nome della sua gente! Questa pagina biblica ci aiuta a vivere con profonda fiducia il rapporto con Dio, che è clemente, pieno di misericordia e del tutto disposto al perdono. Anche nella pagina del vangelo odierno l'immagine che Gesù dà di Dio è l'immagine di uno che ascolta ed ha cuore disposto a perdonare sempre. Il servo che ha contratto un debito enorme verso il suo Padrone, gli si rivolge dicendo: "Signore, abbi pazienza con me". E viene rimandato in pace. Però, ecco quello che deve fermare la nostra attenzione meditativa: al conservo che aveva contratto con lui un debito di poco rilievo, l'uomo perdonato dal suo Signore si manifesta impietoso, duro di cuore. Non solo non condona nulla, ma lo fa da despota, da oppressore.

Nel mio rientro al cuore, oggi assaporerò in chiave contemplativa la preghiera di Azaria soffermandomi con grande respiro di fiducia su quel: "Non c'è delusione per quanti sperano in te, Signore". Però mi lascerò poi interpellare dalla Parola. Io, che posso fruire sempre del perdono di Dio, sono poi altrettanto pronto a darlo? Basta forse uno sgarbo, una parola offensiva, una mancanza di riguardo, un apprezzamento poco benevolo, perfino una correzione per far scattare in me meccanismi di celato rifiuto e di non perdono? Farò mia la preghiera del salmo responsoriale: "Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri", converti il mio cuore alla tua misericordia.

La voce del fondatore dell' "Arca"

Una relazione tra persone non è autentica e stabile che quando è fondata sull'accettazione delle debolezze, il perdono e la speranza di una crescita.
Jean Vanier

 

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