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TESTO Commento su Matteo 19,23-30

don Giampaolo Centofanti   Commento al Vangelo

Martedì della XX settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (20/08/2024)

Vangelo: Mt 19,23-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Don Giampaolo Centofanti (Giampaolo Centofanti blog). Il brano di oggi è la prosecuzione di Mt 19, 16-22, il vangelo del giovane ricco.

Gesù guarda lontano nelle parole di quel giovane che desidera, per come può intuire, la pienezza di vita. Quel giovane a modo suo intuisce qualcosa anche nel maestro buono, qualcosa di più grande del solo umano. Infatti solo Dio è buono, conferma il Maestro. E Gesù accompagna con adeguata gradualità il cammino di quell'uomo. All'inizio gli parla dei comandamenti e anzi dei soli comandamenti che lui già vive. Già quella è una cosa bella, l'inizio di un cammino e non va sottovalutata. Il giovane scoprirà che anche questi li vive per grazia ricevuta e non per propria bontà.

Quando il giovane sembra voler insistere Gesù gli propone di lasciare tutto e di seguirlo vendendo ogni cosa per i poveri. Ma il giovane non è ancora pronto. Gesù sa che un ricco non può entrare nel regno dei cieli ossia che non ci si può salvare da soli. Ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio. Quindi l'impossibilità che sperimenta quel ragazzo è anch'essa una grazia. La grazia di chi, già aperto a un cammino, sperimenta di non poterlo percorrere con le proprie forze.

Così quel giovane che continua a seguire Gesù ma di lontano lo intuiamo poche pericopi più avanti nella figura del cieco che chiede a Gesù di guarirlo, di dargli la luce. L'impossibilità di agire, di trovare risposte, da solo orienta quella persona a chiedere aiuto a Dio, l'unica strada di un autentico, graduale, cammino spirituale.

Solo la grazia attira l'uomo a Dio orientando gradualmente a vivere ogni cosa in lui. Il vangelo ci orienta verso il chiedere la grazia, la luce e gradualmente verso la sete appunto della luce che scioglie i nodi, apre le strade della vita meravigliosa con ogni bene. Gesù parla spesso della luce mentre la tendenza a ridurre la divinità e l'umanità di Gesù a quello che si è capito tende a spegnere la sete di luce e dunque l'ascolto sempre più profondo di Dio ed in lui di ogni persona, situazione. Il dono della sete di luce porta verso una vita leggera, semplice, serena, sempre più gioiosa fino alla felicità piena, con ogni bene.

 

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