TESTO Commento su Matteo 25,1-13
Missionari della Via Missionari della Via - Veritas in Caritate
S. Teresa Benedetta della Croce, patrona d'Europa (09/08/2024)
Vangelo: Mt 25,1-13
«1Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
I vasetti pieni di olio che le vergini sagge non possono dare alle vergini stolte rappresentano i piccoli “sì” quotidiani detti a Gesù e alla sua volontà, i nostri atti di obbedienza alla sua parola, i nostri atti d'amore, che sono espressione concreta della nostra fede. È il Vangelo stesso che ci aiuta a capirlo: in Matteo 7,21-27 l'uomo saggio che ha costruito sulla roccia la sua vita è colui che ha ascoltato e messo in pratica la parola di Dio; invece lo stolto è colui che ha costruito sulla sabbia, ascoltando ma senza mettere in pratica. Pertanto, i nostri “sì” quotidiani al bene sono espressione di una fede autentica, una relazione di amore e obbedienza con il Signore. Se penso che aver fede significhi sapere delle cose o fare del volontariato, sto perdendo di vista il centro. La fede è anzitutto una relazione con il Signore vivo e risorto, una relazione che va alimentata giorno dopo giorno e che si esprime in una vita vissuta in comunione con Lui. Pertanto, quest'olio che non può essere ceduto ci dice che noi possiamo (e dobbiamo) pregare e aiutare gli altri ma non possiamo sostituirci a loro (cosa che dovrebbero imparare molti genitori). Ognuno davanti a Dio sarà responsabile, nel bene e nel male, delle proprie azioni. Questo è fondamentale: l'arte dello scaricabarile, cara a tanti, ha le gambe corte e non reggerà nel giorno del giudizio. Dunque, anziché perdere tempo e recriminare, diamoci da fare! Siamo amati e non abbiamo che l'oggi per amare, per riempire i tanti piccoli vasetti “eterni” dei nostri sì quotidiani: dall'alzarsi puntuali, al pregare, all'aiutare gli altri, al lavorare con impegno, al rispettare la propria regola di vita... quali sono i tuoi vasetti di oggi?
«Gesù, non ho altro mezzo per provarti il mio amore che gettare fiori, cioè non lasciar sfuggire nessun piccolo sacrificio, nessuno sguardo, nessuna parola, approfittare di tutte le cose più piccole e farle per amore!... Voglio soffrire per amore e anche gioire per amore» (S. Teresina di Lisieux).