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TESTO Commento su Dn 3,40

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della III settimana di Quaresima (28/03/2000)

Brano biblico: Dn 3,40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 18,21-35

21Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 22E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

23Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. 27Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

28Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. 29Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. 30Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

31Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 32Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. 34Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Dalla Parola del giorno

Non c'è delusione per quanti sperano in te.

Come vivere questa Parola?

Tolta dal Libro di Daniele questa espressione è nella preghiera di Azaria e nasce da un contesto di grande sofferenza. Il cuore dell'orante esprime la contrizione per i suoi peccati e per quelli del suo popolo, mentre attorno a lui tutto è distrutto e in sfacelo.

Ciò che tiene desta la certezza di non essere abbandonato da Dio anche nelle prove più grandi, dipende da Chi è per me questo Signore, se ho appoggiato la mia vita su di Lui o su altro.

"Quando anche tuo padre e tua madre ti avessero abbandonato, io non ti abbandonerò" (cfr. Sl. 27,10).
"Ti ho disegnato sul palmo della mia mano" (Is.49,16).
"Come la pupilla dell'occhio mi sei caro" (cfr. Sl.17,8).
"Tu sei prezioso ai miei occhi" (Is.43,4).

"Come un giovane sposa una vergine così il tuo Creatore ti ha sposato" (Is. 62,5).

Queste e altre espressioni bibliche motivano la certezza che Egli è per eccellenza il Dio fedele e che, anche in periodi di afflizione, Egli non può abbandonarmi. Non solo, ma per mezzo di Gesù Crocifisso e Risorto, dà senso redentivo e impreziosisce, per il tempo e per l'eternità, ogni mia pena.

Oggi mi ripeterò spesso quella breve affermazione di Azaria e "respirerò" questa espressione salmica:

"Saldo è il mio cuore, saldo è il mio cuore, o Dio, in Te confido".

La Parola di un grande teologo

Nel cristiano ciò che decide tutto, assolutamente tutto (essere, pensiero, azione) è se Dio-Amore fedele viene percepito come la Realtà e sta dentro l'esistenza come l'unica Realtà. Tutto il resto viene come conseguenza.
Romano Guardini

 

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