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TESTO Commento su Giovanni 2,13-25

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

III Domenica di Quaresima (Anno B) (26/03/2000)

Vangelo: Gv 2,13-25 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 2,13-25

13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. 15Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, 16e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». 17I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.

18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 20Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

23Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. 24Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti 25e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

Dalla Parola del giorno

Distruggete questo tempio e in tre giorni io lo farò risorgere.

Come vivere questa Parola?

Quel tempio di Gerusalemme fastoso e grande, che era stato costruito in 46 anni era però diventato luogo di tale formalismo che Gesù dice "lo avete trasformato in spelonca di ladri". E se pone i suoi ascoltatori di fronte alla profezia incredibile (infatti allora non compresa!) della sua resurrezione, è perché proclama che ora il tempio di Dio è il suo stesso corpo, la sua persona.
La religione dell'esteriorità è morta.

Nasce, con Gesù, l'impellente esigenza di un culto interiore che passi attraverso il rapporto profondo di amore con la sua persona e immetta la nostra vita, di fatto (non a parole) nel mistero pasquale.

Oggi, soprattutto partecipando alla Celebrazione Eucaristica, sarò presente con tutta la partecipazione del cuore, lasciandomi provocare sia dalla liturgia della Parola che da quella propriamente eucaristica, in cui si attualizza la morte e la risurrezione di Gesù. Chiederò a Lui che il mio culto, nel suo mistero pasquale, sia culto interiore, quindi davvero spirituale: un culto che trasforma tutta la mia vita in lode della Santissima Trinità.

La voce di un monaco dal Monte Athos

L'uomo capace d'interiorità si lascia abbracciare da Dio nell'intimo del suo cuore, entra vitalmente nel mistero di Cristo e diventa così capace di abbracciare tutti gli uomini e i loro dolori.

 

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