TESTO Commento su Mc 4,26-29
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XI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (16/06/2024)
Vangelo: Mc 4,26-34
26Diceva: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; 27dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. 28Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; 29e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
30Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; 32ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
33Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. 34Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Come vivere questa Parola?
Questa breve parabola la troviamo solo in Marco infatti non ha alcun parallelo né in Luca né in Matteo. Il protagonista è il seme, un seme che cresce da sé e non ha importanza se il contadino dorme o veglia, se è notte o se è giorno. È inutile che il contadino si dia da fare sul campo appena seminato, non farebbe che calpestarlo, non può tirare l'erba per farla crescere, la strapperebbe: deve solo attendere, pazientare e avere fiducia nella mietitura. Così è per il Regno di Dio che rappresenta la sintesi di tutto quello che Gesù è venuto a realizzare nel mondo: un cambiamento radicale della storia, un'alternativa umana, la logica nuova quella dell'amore incondizionato, del servizio gratuito. Anche lui è come il seme, che cresce da sé, senza che l'uomo possa farci nulla. Una volta seminato nel cuore dell'uomo, il Vangelo ha bisogno dei suoi tempi, ma cresce senza che noi ce ne rendiamo conto.
Per quale ragione bisogna attendere con fiducia, come fa il contadino con le sementi gettate nel campo? Perché nel seme è presente una forza di vita irresistibile e prima o poi i frutti arriveranno!
Signore, noi vogliamo sempre controllare tutto, forse perché siamo convinti che alla fine tutto dipende sempre da noi. Ma non è così. Da noi non dipende tutto. C'è una parte della vita che accade, che viene fuori al di là delle nostre capacità e delle nostre forze. Aiutaci ad essere come quel contadino che con fiducia getta il seme. Aiutaci a non avere paura di scegliere, a non avere paura di fidarsi, a non avere paura di rischiare in una scelta: il peggio è il non provarci nemmeno!
La voce di un santo
“Agisci come se tutto dipendesse da te, sapendo poi che in realtà tutto dipende da Dio”
S. Ignazio di Loyola
Suor Monica Gianoli - gianoli.monica@gmail.com