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TESTO Commento su Marco 1,29-39

padre Paul Devreux

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (05/02/2006)

Vangelo: Mc 1,29-39 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,29-39

29E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.

32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

35Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». 38Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Gesù, uscito dalla sinagòga di Cafàrnao, è invitato a casa di Pietro. Gli apostoli sono entusiasti del successo che Gesù ha riscontrato con la guarigione dell'indemoniato, desiderano fare festa, raccontare l'accaduto ai famigliari, condividere le loro emozioni. Purtroppo entrando in casa di Pietro trovano un clima molto diverso. Pietro incontra subito lo sguardo pieno di rimprovero della moglie, per via della sua assenza proprio nel momento del bisogno e anche per quest'idea di portare gente in casa da sfamare, mentre sua suocera è gravemente malata. Come il solito chi tira fuori Pietro dai guai è Gesù che guarisce questa donna cosi bene che si mette subito a preparare il pranzo.

La notizia si diffonde e la casa di Pietro diventa rapidamente meta di pellegrinaggio per tutti gli ammalati e curiosi. Notiamo che la storia di Gesù poteva finire qui, perché se rimaneva definitivamente a Cafàrnao, come desiderano i discepoli e la gente, Gesù poteva fare tanto bene e guarire tantissima gente. Alla sua morte sarebbe nato un santuario e forse anche un grande ospedale come vediamo oggi sul Gargano da padre Pio.

Per nostra fortuna Gesù fa una scelta importante: si ferma a pregare. Pregando decide di ripartire pur sapendo che delude le attese sia dei discepoli sia della gente. Fa questa scelta perché considera più importante predicare che guarire. Non è una scelta facile. Guarire significa rispondere all'urgenza, predicare significa affrontare i problemi fondamentali, dare delle basi sulle quali costruire, aprire il cuore alla fede, alla speranza e alla carità. Gesù farà questo rivelandoci il volto del Padre.

Non è facile perché l'urgenza di un malato è prepotente, ma se non si preparano i cuori, chi accoglierà il malato? Grazie a questa scelta di Gesù, da duemila anni migliaia di volontari girano il mondo intero per aiutare i poveri e i malati più dimenticati, ma perché questo continui a succedere bisogna che anche oggi ognuno di noi abbia il coraggio di fermarsi a pregare per chiedere al Signore un buon discernimento su cosa è importante fare. Le piccole e grandi urgenze d'ogni giorno, rischiano di assorbire tutta la nostra vita, impedendoci di fare le cose importanti, quelle che danno frutti di vita e di vita eterna.

Signore, grazie per esserti fermato a pregare quella mattina. Grazie per il coraggio che hai avuto a mettere in pratica ciò che la preghiera ti ha suggerito. Aiutaci a farlo anche noi.

 

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