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TESTO Commento su Marco 1,29-39

Omelie.org (bambini)  

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (05/02/2006)

Vangelo: Mc 1,29-39 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,29-39

29E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.

32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

35Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». 38Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Le letture di oggi ci mettono di fronte:

• da una parte la sofferenza della malattia ed il bisogno umano di

guarigione

I lettura – "mesi d'illusione e notti di dolore mi sono state assegnate" (Giobbe)

Salmo resp. – "Risanaci, Signore, Dio della vita"

• dall'altra parte la Parola che guarisce ed il bisogno di annunciare l'amore divino

II lettura – "è un dovere per me: guai a me se non predicassi il vangelo!

Vangelo – "Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là"
Gesù restituisce la salute,
ma la salute non è la cosa più importante,
non è un bene da tenere per se stessi,
la salute è un bene per annunziare a tutti
la buona notizia dell'amore di Dio

attraverso il dono di se stessi.

I fratelli gemelli: Freddo e Caldo

di don Giampaolo Perugini

C'erano due fratellini gemelli che da piccoli si ammalarono gravemente.

Avevano una strana malattia che li faceva tremare dal freddo ed erano sempre più bianchi e magri. Le medicine sembravano non avere alcun effetto.

I loro genitori, però, avevano molta fede e pregavano giorno e notte Gesù perché li guarisse. Stavano ormai per morire, ma una notte, mentre dormivano, Gesù apparve loro in sogno e li prese per mano sorridendo.

Dal sorriso di Gesù usciva una grandissima luce e, al tocco della sua mano, i bambini provarono una sensazione bellissima. Come se finalmente ci fosse un bel caldo.
Gesù disse a tutti e due:
"Io vi amo tanto.
Quando sarete guariti ditelo a tutti.
Mi raccomando fatelo,
altrimenti morirete di freddo".

I due bambini diventarono grandi. Uno non diede molta importanza al sogno. Ne parlò alla televisione come di un fatto curioso ma niente di più. Grazie a quella intervista lo chiamarono per fare un film, cosìcché divenne molto famoso e anche ricco. Già dopo poco tempo dimenticò completamente la raccomandazione di Gesù, mentre non dimenticò mai il freddo polare che aveva sentito da piccolo, quando era malato.

Per questo motivo comprava delle case che faceva costruire appositamente per lui e che avevano termosifoni dappertutto. Perfino sotto il letto e anche dentro ogni armadio.

Questo fratello ricco teneva il riscaldamento sempre acceso, anche quando era estate... E portava sempre il cappotto, pure se la gente andava in maniche corte! Non voleva rischiare di sentire freddo. Degli altri non gli importava niente, l'unica cosa importante era che lui non avesse freddo. Un po' per questo strano comportamento e un po' per il fatto che era troppo occupato dal suo lavoro o troppo preoccupato a pensare a se stesso, non si era mai sposato. Anche con suo fratello, ormai, non si sentiva più da molto tempo. Aveva litigato di brutto perché, secondo lui, era diventato matto.

Il fratello gemello, infatti, aveva trasformato la sua casa riempiendola di letti per ospitare i poveri e non farli dormire al freddo durante le notti d'inverno. I soldi li aveva spesi tutti per dare da mangiare a queste persone che lui chiamava suoi amici, anzi, suoi fratelli! E così era diventato pure lui un povero.

Questo fratello povero non aveva raccontato a nessuno il sogno, ma non aveva mai dimenticato la raccomandazione di Gesù e andava in giro dicendo a tutti che Gesù li amava tanto. Più lo diceva e più sentiva il bisogno di fare qualcosa per dimostrarglielo. Più lo dimostrava e più si sentiva caldo, anche se lui non poteva permettersi il riscaldamento e fuori c'erano neve e gelo.

Il fratello ricco morì solo, senza neanche una persona che gli tenesse la mano, in una clinica costosissima dove per inspiegabili motivi si era improvvisamente rotto il riscaldamento.

I giornali dissero di lui che era un uomo "freddo", senza amore e compassione per nessuno, malato di egoismo. E presto fu dimenticato.

Tutte le sue case e tutti i suoi soldi andarono in eredità al fratello povero che li utilizzò per fare del bene a tante altre persone. Quando questi morì, intorno a lui c'era tanta gente che col respiro e le carezze lo teneva caldo. Dissero di lui che aveva un grande calore umano.

Molte strade e molte piazze portano ancora oggi il suo nome in tutto il mondo. Davanti alle statue e ai quadri che lo raffigurano molte persone vanno a ringraziare e a pregare. Tutti dicono che anche solo pronunciando il suo nome il cuore diventa più caldo. Gli esperti dicono che questo strano calore ha un nome preciso: è il calore dell'amore.
Gesù vi ama tanto.

Ditelo a tutti! Se non volete morire di freddo.

Un miracolo di padre Pio

Una signora raccontava: "Nel 1953 nacque la mia prima bambina che ad un anno e mezzo di età fu salvata da Padre Pio. La mattina del 6 gennaio 1955, mentre ero in chiesa alla Santa Messa, insieme a mio marito, la bambina, che era rimasta a casa con i nonni e uno zio, cadde in una caldaia di acqua bollente. Riportò una scottatura di terzo grado all'addome e nella regione posteriore. Subito supplicai Padre Pio di aiutarci, di salvare la bambina. Il medico, venuto un'ora e mezzo dopo la chiamata consigliò di portarla in ospedale perché temeva che morisse. Non dette pertanto nessun medicamento. Uscito il medico io cominciai ad invocare Padre Pio. Mentre mi stavo preparando per andare in ospedale, era quasi mezzogiorno, la mia bambina che era rimasta sola nella sua cameretta, mi chiamò: "Mamma, la bua non c'è l'ho più"; "chi te l'ha presa?" - chiesi incuriosita. E lei mi rispose: "E' venuto Padre Pio. Mi ha messo la bua della sua mano sopra la mia". Nel corpo della bambina, che per il medico era cotta, non c'erano nemmeno le tracce di scottature.

 

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