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TESTO Commento su Marco 9,41-50

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Giovedì della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (23/05/2024)

Vangelo: Mc 9,41-50 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Molto spesso, durante le nostre missioni di evangelizzazione, incontriamo persone lontane dalla Chiesa che mettono l'accento sugli scandali che avvengono al suo interno, scandali messi in risalto dai mezzi di comunicazione che, viceversa, molto raramente parlano del bene che compiono tanti credenti. È vero, purtroppo ci sono scandali anche nella Chiesa! Lo sappiamo, la Chiesa è santa e peccatrice: santa perché vi è lo Spirito di Dio che agisce, ed è peccatrice in quanto composta da noi, poveri peccatori; non dimentichiamo che siamo la comunità dei salvati e non dei perfetti. La Chiesa è sempre bisognosa di purificazione, ma è pur sempre la Chiesa di Gesù. Gli scandali ci sono e ci saranno. Però, Gesù mette in guardia chi procura scandalo: «È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli». Queste dure parole mirano alla conversione del cuore e ci mettono in guardia: fai attenzione che non sia tu occasione di scandalo: fai attenzione a te stesso piuttosto che perdere tempo a guardare gli altri! All'inizio del mio cammino di fede, come tanti avevo anch'io la cattiva abitudine di guardare non il bene che vi era, ma il bene non fatto e tutto il male commesso. Finché un giorno, durante una missione umanitaria in Albania, vedendo tanti consacrati, suore, frati, sacerdoti, laici, che si davano da fare senza coppe né medaglie, riuscii a vedere anche il bene fatto, e in quel momento la voce di Dio e della mia coscienza risuonò forte dentro di me: “Ma tu cosa fai?”. Fu come un risveglio. Sì, un giorno davanti al Signore sarò io con la mia vita, con ciò che ho fatto e non fatto a rendere conto. Il Signore non mi chiederà cosa hanno fatto gli altri, ma cosa ho fatto io! E di quello renderò conto, come ciascuno renderà conto della propria vita. Perciò il Signore ci invita ad intraprendere ogni giorno una sana lotta spirituale, portandoci a “tagliare” con ciò che non va: può essere un modo di parlare, di porsi, un attaccamento eccessivo ai beni materiali... tutto ciò che ci imprigiona e scandalizza. Coraggio dunque, e anziché perdere tempo a giudicare i difetti degli altri, diamoci da fare per entrare nel regno dei cieli!

«Lo scandalo è brutto perché ferisce la vulnerabilità del popolo di Dio, ferisce la debolezza del popolo di Dio, e tante volte queste ferite si portano per tutta la vita. Di più: lo scandalo, non solo ferisce ma è capace di uccidere: uccidere speranze, uccidere illusioni, uccidere famiglie, uccidere tanti cuori. State attenti a voi stessi! Perché c'è lo scandalo del popolo di Dio, dei cristiani, quando un cristiano, dicendosi cristiano, vive come pagano. Quante volte nelle nostre parrocchie abbiamo sentito gente che dice: “No, io in Chiesa non vado perché quello o quella che sta tutto il giorno leccando le candele lì dentro, poi esce, sparla degli altri, semina la zizzania...”». E quanti cristiani allontanano la gente con il loro esempio, con la loro incoerenza: l'incoerenza dei cristiani è una delle armi più facili che ha il diavolo per indebolire il popolo di Dio e per allontanare il popolo di Dio dal Signore. E incoerente, è anche il cristiano che dice: “Io vado tutte le domeniche a messa, sono dell'azione cattolica o di questa associazione o dell'altra, ma pago in nero i miei dipendenti o faccio loro un contratto da settembre a giugno” - “E luglio e agosto?” - “Arrangiati caro!”». Ma sono motivo di scandalo anche «i cristiani imprenditori che non pagano il giusto e approfittano della gente per arricchirsi. Certo, poi possiamo domandarci sullo scandalo dei pastori, perché nella Chiesa ci siamo anche noi pastori... lo scandalo del pastore che incomincia, per esempio, ad allontanarsi dalla gente: il pastore lontano... quando il pastore è uno attaccato ai soldi, scandalizza. E la gente si scandalizza... C'è, inoltre, lo scandalo del pastore che cerca di andare su: la vanità lo porta ad arrampicarsi, invece di essere mite, umile, perché la mitezza e l'umiltà favoriscono la vicinanza al popolo... O anche lo scandalo del pastore che si sente “signore” e comanda tutti, orgoglioso, e non il pastore servitore del popolo di Dio... Oggi può essere una bella giornata per fare un esame di coscienza su questo: scandalizzo o no e come?» (papa Francesco).

Chiediamo dunque la grazia di non essere motivo di scandalo, ma esempio accogliente per tutti gli ultimi, piccoli e poveri che il Signore ci mette davanti lungo il nostro cammino.

Esercizio: c'è qualcuno nella tua parrocchia o nella tua famiglia che non crea unità e porta avanti invidie, gelosie o contese? Fermati oggi a pregare per questa persona. Preghiamo per coloro che scandalizzano e affinché noi non facciamo altrettanto.

 

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