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TESTO Inizia il tempo della Chiesa

don Michele Cerutti

Venerdì della VII settimana di Pasqua (17/05/2024)

Vangelo: Gv 21,15-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 21,15-19

15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

La spinta evangelizzatrice di Paolo giunge nel cuore dell'Impero a Roma.

“Tutto posso in colui che mi dà la forza” dice nelle sue lettere l'apostolo delle genti.

Lo vediamo ormai nelle tappe finali del suo cammino instancabile in mezzo alle tante prove che ha dovuto subire e che non finiscono perché altri momenti difficili caratterizzeranno il suo apostolato.

Tuttavia, non si sottrae al suo compito. Lo abbiamo visto qualche settimana fa, un angelo lo spinge in Macedonia e ora il Signore stesso lo manda a Roma.

Paolo sa che la sua missione nasce da Cristo e in questi trova la forza.

Da soli è proprio vero non possiamo fare nulla, come abbiamo letto qualche domenica fa nel Vangelo.
La missione trova in Gesù la spinta e solo in Lui.

Paolo sa che andrà anche incontro al martirio, ma non si tira indietro.

Concludiamo la lettura delle tappe più significative degli Atti degli Apostoli e possiamo tastare con mano la dimensione missionaria che è responsabilità di ciascun battezzato, la gioia della fede che diventa contagiosa, il coraggio di andare incontro alle avversità senza mai sottrarsi con anche le inevitabili conseguenze dell'incomprensioni che respiriamo anche in questi versetti.

Sono queste le linee direttrici che dobbiamo interiorizzare dopo un così lungo periodo di meditazione di questi testi.

Dopo la Pasqua, con l'Ascensione e la Pentecoste inizia il tempo della Chiesa e della missione.

Gesù nella sua preghiera sacerdotale chiama a unità non solo i suoi apostoli e discepoli, ma tutti proprio tutti nessuno escluso.

Una preghiera che si spalanca al mondo e che noi tutti dobbiamo saper realizzare contribuendo al progetto di Gesù stesso perché il mondo lo possa conoscere.

Bando quindi a pigrizie, bando a momenti di scoraggiamento perché l'annuncio non vuole tentennamenti, ma coraggio di andare al cuore dell'uomo oggi sempre più bisognoso, in mezzo alle difficoltà, di un annuncio di salvezza.

 

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