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TESTO Nell' amore di Dio troviamo la nostra gioia e la nostra vita

padre Antonio Rungi

VI Domenica di Pasqua (Anno B) (05/05/2024)

Vangelo: Gv 15,9-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 15,9-17

9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

Celebriamo oggi la sesta domenica del tempo di Pasqua e ci prepariamo anche a celebrare ricorrenze sempre più importanti come l'Ascensione e la Pentecoste.

Il Vangelo di questa domenica è tratto da San Giovanni, esattamente dal capitolo 15 versetti 9-17 e inizia con questa espressione: "Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi, rimanete nel mio amore". Si ritorna, oggi, sul tema di essere ancorati in Cristo attraverso il comandamento principale che è l'amore di Dio e l'amore dei fratelli.

Dio ha amato il suo Figlio, l'ha inviato nel mondo, che è stato redento attraverso la morte e risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. E in questo mistero della Redenzione che comprendiamo anche l'amore che dobbiamo esplicitare e manifestare nei rapporti umani, nei rapporti sociali e a livello più generale. Si tratta soprattutto l'amore a livello spirituale che come si esprime Gesù ce lo dice attraverso quest'altro versetto che segue l'inizio del Vangelo di oggi: “Se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore”. Gesù lega l'amore all'osservanza dei suoi comandamenti. E i comandamenti sappiamo quali sono. Non sono soltanto i dieci comandamenti, quelli che sono stati rivelati attraverso la manifestazione di Dio a Mosè sul monte Sinai, ma il comandamento principale che Gesù ha rivelato a noi è l'amore verso Dio e verso il prossimo, Un solo grande comandamento, anche se le esplicitazioni di esso si manifesta a livello verticale (cioè verso Dio) e a livello orizzontale (nei confronti dei nostri fratelli). Ho detto queste cose, aggiunge il Signore, perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Oltre all'argomento dell'amore, Gesù fa capire che è necessario fare esperienza della vera gioia cristiana, che non è godersi la vita, non è divertirsi, non è consumare tutto quello che si può consumare a livello materiale. La vera gioia cristiana consiste nello stare in comunione con Dio nella preghiera, nell'essere agganciati spiritualmente a Dio, fonte e termine della gioia. Chiaro quindi il discorso di Gesù che dice: se rimanete in me voi assaporerete la gioia. Una non occasionale o passeggera, ma piena e duratura.

Nel brano del vangelo ci viene nuovamente ricordato che il mio comandamento di Cristo è che ci amiamo gli uni gli altri come lui ha amato noi. Si tratta di una consegna molto chiara da parte del Signore, che non possiamo disattendere in nessuna circostanza della vita. Dobbiamo amarci come lui ci amati fino a dare la vita per noi sulla croce. Non esiste un amore più grande di questo e consiste nel dare la propria vita per gli amici, come Gesù ha dato la sua vita per noi. Quindi dobbiamo essere riconoscenti verso il Signore che ha offerto la sua vita di Figlio di Dio per salvarci, per metterci nella condizione di salvare la nostra anima, se seguiamo i suoi insegnamenti, se viviamo il Vangelo.

Inoltre Gesù aggiunge un'altra espressione che ci deve far riflettere e che è molto importante per capire anche la nostra dignità, il nostro essere nella chiesa, nell'essere in Cristo nuove creature. “Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone, ma vi ho chiamato amici perché tutto ciò che udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi".

Gioia e amicizia. Così Gesù ci classifica come i suoi amici. Ma lo siamo davvero? O anche noi indirettamente siamo i nemici di Cristo? Una cosa è certo che lo diventiamo ogni volta che commettiamo il peccato che ci allontana dal Signore e dalla sua grazia. In questo caso noi siamo nemici di Dio, perché non amiamo il Signore, non amiamo i fratelli.

Consideriamo quanta inimicizia esista oggi nel mondo. Lo possiamo costatare da quello che ci sta succedendo intorno noi e non soltanto da 2-3 anni, ma da sempre.

Gesù aggiunge un altro aspetto molto importante di questo brano del Vangelo. “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate, portate i frutti e il vostro. rimanga”.

In queste si espressioni Gesù mette in evidenza quella che è la chiamata alla santità. all'apostolato, perché si rivolge agli apostoli ai suoi discepoli e fa capire che non è che l'hanno scelto loro il maestro, il maestro li ha scelto e li ha chiamati, perché potessero fare esperienza di preghiera e lavoro. Gesù chiama perché li ha chiamato perché portino molto frutto. Ed aggiunge una motivazione anche finale a questo brano del Vangelo che vale la pena meditare con attenzione, perché quello che chiederete al Padre mio nel mio nome ve lo conceda. Questo vi comando che vi amiate gli uni e gli altri, se noi ci vogliamo bene, se ci amiamo, le nostre richieste arrivano al Signore più speditamente. Se siamo in amicizia. Sui social è possibile collegarsi. Se recitiamo la preghiera alla Madonna e poi ci tratteniamo per i fuochi artificiali, per quale preghiera possiamo rivolgerci al Signore per essere accolta da Dio nessuno. Dobbiamo stare in pace. Chi sta in pace può pregare con l'animo sereno e chiedere le cose di cui ha bisogno non soltanto a titolo personale, ma per il bene della chiesa e dell'umanità.

 

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