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TESTO Commento su Marco 9,30-37

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (24/02/2004)

Vangelo: Mc 9,30-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: "chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me ma colui che mi ha mandato".

Come vivere questa parola?

Gesù, in incognito, attraversa la Galilea. Rabbi itinerante, continua a istruire i suoi discepoli, preparandoli all'apice della sua missione che è il mistero della sua morte e risurrezione. Essi non solo sono ben lontani dal capire, ma sono impigliati nel "timore di chiedergli spiegazioni" (v.32). Ma l'abisso di incomprensione si rivela più chiaramente dal fatto che, lungo la via, essi aveva discusso tra loro. Non certo a riguardo di come portare "la lieta notizia della salvezza" a tutte le genti, ma di "chi fosse il più grande tra loro". Su questa loro ingarbugliata matassa di propensioni comandate dall'ego pesava, per di più, il loro silenzio. La complicazione ultima, infatti, è l'aver vergogna del proprio toccare il fondo della propria meschinità. E' a questo punto che, rivolto ai Dodici, Gesù dice: "Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutto e il servo di tutti" (v.35). E' in questo contesto di triste acquiescienza alla mentalità mondana che Gesù afferra un bambino, lo abbraccia ponendolo lì in mezzo e proclama che se uno accoglie una di queste creature di semplicità sorgiva, accoglie lui e accoglie il Padre stesso. Così è la vivente metafora della semplicità che è il bambino a far luce. Al bambino piccolo infatti non interessa di essere il primo o l'ultimo, di dominare sugli altri e di riscuotere onori. Al bambino importa di starsene abbandonato in braccio alla mamma o al papà. Lì è al sicuro. Lì è se stesso e ha quello di cui ha bisogno: un amore grande che, a suo modo, ricambia con la sua illimitata fiducia.

Nel mio rientro al cuore, in questa vigilia del periodo quaresimale, visualizzo la scena evangelica e chiedo allo Spirito Santo un cuore di bambino, un cuore semplice che sopporta la sfida delle tentazioni facendo centro all'unica cosa necessaria: credersi infinitamente amato e rispondere in semplice fiducia, dando amore ai fratelli. E prego:

Signore, concedimi un cuore di bambino puro e veramente semplice. Fa' che la fiducia in te sia la segreta sorgiva del mio essere e operare.

La voce degli antichi padri

Quando preghi non dire niente con presunzione; sii nel tuo pensiero come un bambino che balbetta davanti a Dio. Avvicinati a Lui con un cuore di bambino.
(Sant'Efrem il Siro)

 

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