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TESTO Testimoni della risurrezione di Cristo con coraggio e gioia nel cuore

padre Antonio Rungi

III Domenica di Pasqua (Anno B) (14/04/2024)

Vangelo: Lc 24,35-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,35-48

35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.

44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni.

La terza domenica di Pasqua ci offre l'occasione di ritornare sul tema delle apparizioni di Gesù Risorto al gruppo dei discepoli. Sembrano cose ripetitive e date per conosciute e scontate; ma ad analizzarle attentamente ed entrando meglio nei testi dei vangeli della risurrezione del Signore comprendiamo quanto c'è da apprendere e da imparare da quello che ci hanno raccontato gli evangelisti nel riportare ciò che è accaduto nel giorno della risurrezione e nei quaranta giorni successivi, fino all'ascensione al cielo del Signore Risorto.

Il testo del vangelo di questa domenica è tratto da San Luca che ci racconta in breve quello che nel cenacolo sperimentarono gli apostoli dopo che i due discepoli di Emmaus, ritornati a Gerusalemme, riferirono della loro esperienza vissuta lungo la strada e poi a tavola con Gesù in persona. L'attenzione dei presentì è tutta rivolta al racconto di quello che i due stavano dicendo, talmente presi dalla gioia da aver incontrato il Signore che cercavano in qualche modo di trasmetterla agli altri.

La sorpresa e la novità stanno dietro all'angolo e capita una cosa che va narrata e ricordata, come ha fatto Luca nel suo brano evangelico che ci viene proposto in questo terzo appuntamento domenicale con il mistero della risurrezione del Signore Mentre i due discepoli di Emmaus raccontano queste cose, “Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».

Ritorna il saluto pasquale classico che Gesù usa per avere un primo ed immediato contatto coi suoi discepoli. Il saluto della pace è il saluto pasquale per eccellenza, tanto che è entrato nella storia dei saluti cristiani tipici di ogni epoca, cultura ed istituzione. In genere se uno saluta in modo sereno come ha fatto Gesù chi ascolta il saluto è tranquillo e senza agitazione. Invece gli apostoli manifestano una certa agitazione e come viene scritto essi rimangono “sconvolti e pieni di paura”.

Sembra un fatto strano ma è spiegabile dalla motivazione addotta da San Luca “Gli apostoli credevano di vedere un fantasma”.

In poche parole pensavano che non fosse vera quella apparizione di Gesù e non a caso il Signore rivolgendosi direttamente a loro disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?” E' proprio vero che la fede certa non ammette tentennamenti e non ha bisogno di dimostrazione di verifica.

Non si tratta di illudersi e far passare per realtà sogni e fantasie o visioni che non esistono, ma di entrare il quel cammino di accettazione e di comunione con il Cristo che solo la fede può dare con assoluta certezza. Gesù vuole quindi favorire l'approccio conoscitivo con la sua persona agli apostoli smarriti e impauriti in seguito alla morte in croce del loro maestro che tutti sapevano. Unico modo per superare quell'impaccio in cui si trovano gli apostoli è invitarli a fare una cosa normale per qualsiasi persona che si incontra con un'altra. “Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!", dice Gesù ed aggiunge di toccarlo e di osservarlo nei minimi particolari. Fa giustamente notare che “un fantasma non ha carne e ossa", come le ha Lui. Il resto ne viene di per sé e quindi Gesù mostra le sue mani e i suoi piedi, segnati dalle ferite della crocifissione. A questo punto cambia lo stato d'animo degli apostoli; passano dalla paura alla gioia, dal dubbio alla certezza. E siccome per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore Gesù va oltre pur di convincere gli apostoli che era proprio Lui. Quanto è difficile e lungo il cammino della fede. Simpatica la richiesta di Gesù «Avete qui qualche cosa da mangiare?».

Il Signore risorto che chiede da mangiare a conferma che tutti gli organi dell'essere umano erano in vita e potevano svolgere la loro fisiologica funzione. La riposta alla richiesta così precisa non si fa attendere e subito gli apostoli gli offrirono una porzione di pesce arrostito. L'evangelista Luca scrive che egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. È un rivivere con gli apostoli l'ultima cena. Ma il racconto di questa apparizione non si limita a quanto finora detto e riportato. Gesù coglie l'occasione per parlare agli apostoli in questi termini espliciti ed esplicativi: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».

Dopo questa introduzione fa riferimento ai testi sacri in merito alla venuta del Messia e alla sua esperienza: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. In poche parole quello che era stato anticipato si era realizzato. Ora bisogna cambiare ritmo, strada e prospettiva. Non più in attesa ma in missione e annunciatori della salvezza portata a compimento proprio dal Cristo morto e risorto. Gli apostoli saranno i testimoni della risurrezione ovunque andranno per portare il vangelo della vita, della gioia e della speranza. Saranno i pellegrini della speranza come Papa Francesco ci richiama in questo tempo di preparazione al Giubileo del 2025.

 

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