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TESTO Commento su Marco 16,15-20

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

S. Marco (25/04/2004)

Vangelo: Mc 16,15-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 16,15-20

15E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. 16Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. 17Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, 18prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

19Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

20Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Dalla Parola del giorno

Gesù apparve agli Undici e disse loro: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato".

Come vivere questa parola?

Eccoci di fronte a un riassunto tardivo delle apparizioni di Gesù. Si tratta di un'aggiunta posteriore, certamente non attribuibile all'evangelista Marco. Resta tuttavia preziosa proprio perché è un'icona particolareggiata che ci lascia contemplare il mistero del Signore glorificato mentre agisce nel tempo della Chiesa attraverso gli apostoli, inviati a predicare il vangelo ad ogni creatura.

Nel testo torna ripetutamente il verbo 'credere' come condizione essenziale per "essere salvi". Ricordiamo, in parallelo, un oracolo del profeta Isaia: Dice il Signore Dio: "Ecco io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata: chi crede non fugga" (28,16).

C'è dunque un bivio nell'esistenza di ognuno ed è questo: o credere in Dio cercando in Lui il senso del nostro essere ed agire, pur nella fatica di "seguire, umilmente e ogni giorno, le tracce della sua grazia che ci attira" (Cassiano), o fuggire da Dio e da se stessi disgregandosi interiormente fino ad autocondannarsi alienandosi in eterno dall'Amore trinitario.

E c'è, infine, anche un criterio per verificare la solidità della nostra fede: "i segni", che accompagnano quelli che credono. Eccoli: la lingua nuova dell'amore, la capacità di riconoscere e neutralizzare il veleno mortifero del male che c'insidia, la carità che consola intercede e lenisce ogni dolore nel cuore del mondo.

Oggi nella mia pausa contemplativa mi porrò ancora una volta dinanzi all'opzione fondamentale dell'esistere: credere o fuggire; e aderendo certamente alla fedeltà di Dio mi disporrò ad essere "segno" perché a sua volta il mondo creda. Questa la mia preghiera:

Donami, Signore, di poter raccontare la mia fede con la lingua nuova dell'amore perché tutti attorno a me possano riconoscere in Te la sorgente della vita.

La voce di un monaco martire del I secolo

E' tuo dono, Signore, l'averci scelti a predicare il vangelo del tuo Cristo, a incitare i fratelli alle buone opere e a compiere quanto ti è gradito.
(San Cirillo)

 

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