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TESTO Il kerygma pasquale è fulcro centrale della nostra vita personale ed ecclesiale

diac. Vito Calella

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Veglia Pasquale nella Notte Santa (Anno B) (29/03/2024)

Vangelo: Mc 16,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 16,1-8

1Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. 2Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. 3Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». 4Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. 5Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. 6Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. 7Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”». 8Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite.

Nel vangelo di Marco spicca un gruppo di donne colte nell'atteggiamento di «guardare» i tre eventi finali della vita di Gesù: la sua morte in croce, la sua sepoltura e la scoperta del sepolcro vuoto.

Si tratta però di un gruppo che ha «seguito e servito» Gesù fin dall'inizio della sua missione in Galilea.

Poco dopo aver riferito della morte di Gesù, l'evangelista scrive: «Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme» (Mc 15,40-41).

Dopo che Gesù fu deposto nel sepolcro, l'evangelista scrive: «Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto» (Mc 15,47).

In questa notte santa, abbiamo appena sentito che «Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: "Chi ci farà rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?". Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande» (Mc 16,1-4).

È bella questa immagine del gruppo delle donne discepole di Gesù.

«Seguirono e servirono Gesù, accompagnandolo dalla Galilea» fino al suo arrivo a Gerusalemme.

I dodici apostoli ebbero paura e non ebbero il coraggio di accompagnare la sofferenza di Gesù fino alla morte in croce.
Le donne furono coraggiose, affrontarono la prova.

Esse, oltre a «seguire e servire» Gesù nella sua missione pubblica, lo «guardavano» e osservavano da lontano la sua crocifissione e la deposizione del suo corpo nel sepolcro. Ebbero la grazia di guardare dentro il sepolcro vuoto e ricevere il primo annuncio della risurrezione, fatto da un angelo, dalle sembianze umane, «un giovane, vestito di bianco, seduto sulla destra» (Mc 16,5);

Tutti questi dettagli servono a comprendere che quella figura umana non era un profanatore del sepolcro, un ladro, ma era un messaggero divino.

«Gesù di Nazareth» è annunciato da questo angelo come «il crocifisso che è risorto» (Mc 16,6b). Il segno della sua risurrezione è la tomba vuota: «Non è qui. Guardate il luogo dove l'avevano posto» (Mc 16,6c.-7a).

Questo gruppo di donne riceve oggi un invito missionario dal giovane vestito di bianco: «Andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: "Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto» (Mc 16,7). Quando lo aveva detto? Subito dopo aver celebrato la Cena pasquale, dove Gesù istituì l'Eucaristia (Mc 14,22-25), l'evangelista Marco ricorda che Gesù profetizzò la dispersione degli apostoli e le sue apparizioni in Galilea, come risuscitato: «Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù disse loro: "Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto: ‘Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse' (Zc 13,7). Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea"» (Mc 14,26-28).
Quel gruppo di donne ubbidì all'invito dell'angelo?

Siamo rimasti stupiti dal fatto che questo gruppo di donne fosse bloccato dalla paura.

Non andò, non annunciò subito a Pietro e agli altri apostoli la scoperta del sepolcro vuoto e l'invito a ritornare in Galilea: «Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite» (Mc 16,8).

Nel gruppo femminile possiamo contemplare la nostra comunità cristiana, coraggiosa per essersi inserita nel contesto storico e culturale di questo mondo moderno, dove non è facile seguire e servire Gesù.

Viviamo in un contesto sociale e culturale dove tutti sanno che Gesù è il promotore dell'ideale di una nuova proposta di vita, fondata su relazioni gratuite che realizzano i valori del Regno di Dio Padre, riassunti nelle parole “giustizia e pace".

Ma oggi il nuovo progetto di vita di Gesù continua ad essere crocifisso e sepolto da persone che scelgono di incentrare la propria vita su vari tipi di idolatria:

- l'idolatria del denaro, poiché vivono e si danno da fare solo per avere e avere di più;

- oppure l'idolatria dell'esaltazione della libertà assoluta dell'essere umano, che esalta l'individualismo, l'Io, orgoglioso di decidere da solo cosa è bene e cosa è male;

- oppure l'idolatria del potere trasformatore e manipolatore del sapere tecnico-scientifico, capace di offrire innovazioni tecnologiche e di associare, oggi, all'intelligenza e alla creatività umana, l'intelligenza artificiale con programmi informatici avanzatissimi;

- o l'idolatria del piacere, che riduce l'amore alla soddisfazione immediata dei desideri egoistici dell'essere umano, arrivando al punto di poter usare e abusare della dignità altrui, usata e scartata quando non serve più a soddisfare emozioni e sentimenti;

- oppure l'idolatria del benessere economico, della prosperità, del consumismo, che riduce l'essere umano a perfetto consumatore di beni materiali, per essere motore della crescita economica della società.

Il risultato di tutte queste forme di idolatria sta davanti ai nostri occhi: guerre in ogni angolo del mondo, il pericolo di un conflitto globale e nucleare, distruzione e mancanza di rispetto per la natura, che genera cambiamenti nel clima mondiale, causando siccità estreme e piogge intense, portando distruzione e morte.

Pertanto, la paura paralizzante del gruppo femminile, che ostacola il loro coraggio missionario, rappresenta la difficoltà che ogni comunità cristiana incontra oggi per trasformare davvero questa società e promuovere il regno di Dio Padre. Siamo meravigliati di tutto ciò che è accaduto a Gesù. Siamo pieni di stupore, ma allo stesso tempo paralizzati dalla paura: è proprio vero che Gesù è il signore della mia vita oggi? Gesù Cristo, morto e risuscitato, è davvero il signore della storia dell'umanità? È davvero possibile sperimentare in questa vita vere relazioni di rispetto tra l'essere umano e tutte le creature della natura?

Ci trattiene la paura... E la paura è il contrario della fede, è il segno drammatico della nostra incredulità.

L'angelo, messaggero divino, «un giovane vestito di bianco e seduto alla destra del sepolcro», oggi può rappresentare per noi tutti i modi in cui lo Spirito Santo tocca i nostri cuori e le nostre menti con il kerygma pasquale, cioè, con l'annuncio della morte e risurrezione del Figlio di Dio, l'Amato del Padre.

Il «giovane vestito di bianco e seduto alla destra nel sepolcro» può rappresentare questo annuncio pasquale che viene scelto oggi da ciascuno di noi come asse fondamentale di tutto il nostro vivere, pensare e agire.

Vogliamo avere il coraggio di scegliere questo asse fondamentale e centrale della nostra vita: la morte e risurrezione di Gesù e il dono meraviglioso dello Spirito Santo.

Ascoltare questa sera la storia della salvezza ci ha aiutato a comprendere che tutto converge su Gesù Cristo morto e risuscitato.

La Veglia Pasquale è la liturgia attesa ogni anno per rinnovare e rafforzare la nostra fede in Cristo morto e risuscitato e nella presenza divina, unificante, rinnovatrice, santificante dello Spirito Santo, che ci aiuta a non diventare schiavi di tutte le idolatrie sopra menzionate .

Il «giovane vestito di bianco e seduto alla destra» può rappresentare il kerygma pasquale che possiamo ritrovare e rafforzare nella nostra coscienza attraverso l'incontro orante con la Parola di Dio, principalmente i testi del Nuovo Testamento; o quando abbiamo la grazia di celebrare i sacramenti dell'iniziazione cristiana, i sacramenti della guarigione e della riconciliazione e i sacramenti della nostra missione come ministri ordinati e come coppie; o quando i poveri, liberati dalla loro schiavitù, ci evangelizzano con le loro meravigliose storie di conversione.

Arrivi, dunque, l'augurio di una buona Pasqua come comunità rinnovata dal kerygma pasquale!

 

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