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TESTO Rinnovaci, Signore, con il tuo perdono (235)

don Remigio Menegatti  

VII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (19/02/2006)

Vangelo: Mc 2,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 2,1-12

1Entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.

3Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. 4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. 5Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».

6Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: 7«Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». 8E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? 9Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? 10Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, 11dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». 12Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (Is 43, 18-19.21-22.24b-25) presenta la promessa di Dio: fare una cosa nuova che mette in ombra lo stesso esodo. Si tratta di liberare il popolo dalla schiavitù di Babilonia. Dio si dimostra fedele e sempre disposto al perdono, perché solo così manifesta la sua grandezza e potenza. Dio è grande non perché condanna ed elimina il peccatore, bensì perché ama e offre a tutti occasioni per ritornare a lui e lodare la sua bontà che supera qualsiasi immaginazione umana.

Il vangelo (Mc 2, 1-12) racconta della guarigione del paralitico calato dentro la casa dal tetto. Gesù sottolinea che il vero dono non è farlo alzare in piedi, quanto invece liberarlo dal peccato che lo tiene prigioniero e gli impedisce di camminare nella fede.

Salmo 40
Beato l'uomo che ha cura del debole,
nel giorno della sventura il Signore lo libera.
Veglierà su di lui il Signore,
lo farà vivere beato sulla terra,

non lo abbandonerà alle brame dei nemici.

Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore;
gli darai sollievo nella sua malattia.
Io ho detto: «Pietà di me, Signore;

risanami, contro di te ho peccato».

Per la mia integrità tu mi sostieni,
mi fai stare alla tua presenza per sempre.
Sia benedetto il Signore, Dio d'Israele,

da sempre e per sempre. Amen, amen.

Il salmo ribadisce il legame tra peccato e malattia che era forte nella teologia ebraica anche ai tempi di Gesù.

L'invocazione del malato "sul letto del dolore", "nella sua malattia" è volta al perdono: "Pietà di me, Signore, risanami, contro di te ho peccato".

Lo stesso concetto è riconfermato subito dopo, dove è presentata la fedeltà dell'uomo come la sua vera forza: "Per la mia integrità tu mi sostieni, mi fai stare alla tua presenza per sempre".

Integrità che diventa anche motivo di imitare l'amore di Dio, manifestando misericordia e bontà verso altri, per cui è "beato l'uomo che ha cura del debole". Dio non dimentica il bene compiuto, tanto che "veglierà su di lui il Signore" e "nel giorno della sventura il Signore lo libera", "lo farà vivere beato sulla terra, non lo abbandonerà alle brame dei suoi nemici".

Un commento per ragazzi

Adesso che riusciamo a scattare foto con qualsiasi strumento, e le vediamo subito, potendo scegliere di salvarle o eliminarle, forse non abbiamo più il gusto, e l'esigenza, di scegliere i momenti migliori, di fissare delle immagini che possano dire il senso di tanti fatti. Per fortuna poi, prima di salvarle su CD decidiamo di tenere solo quelle più importanti e significative.

Sono immagini con cui poter raccontare dei nostri amici, di momenti importanti, del senso di alcuni fatti.

Noi da alcune settimane, abbiamo seguito Gesù, come se avessimo scattato alcune foto dei momenti più intensi della sua giornata di Cafarnao. Siamo partiti con la sinagoga, dove Gesù insegna con autorità e libera un indemoniato; abbiamo poi lascito la sinagoga e siamo entrati in casa di Simone, uno di quelli che aveva chiamato sulle rive del lago: abbiamo assistito alla guarigione della suocera e di tanta gente assiepata alla porta della casa. Abbiamo scoperto al vera forza di Gesù: nella preghiera per primo ascolta dal Padre quanto è chiamato ad annunciare agli altri. Poi Gesù di fatto raggiunge anche altre città perché nessuno sia escluso dall'annuncio della salvezza, guarisce un lebbroso. Ritorna poi a Cafarnao e la gente, ricordandosi di quanto era già accaduto si riunisce davanti alla casa dove si trovava, forse quella di Simone.

E qui accade un altro fatto che spiega e motiva bene quanto raccontato con le "immagini" precedenti. Diventa come una "fotografia" che chiarisce le altre: Gesù non si limita a guarire il corpo, ma punta al cuore del dono; è venuto a liberare l'uomo dal peccato, la vera radice di ogni male.

Pur superando l'idea del legame diretto tra peccato e punizione (vedi la storia del cieco nato guarito, Gv 9,3) sottolinea il legame tra peccato e sofferenza umana, distacco da Dio e malattia. E soprattutto presenta se stesso come colui che hai il potere di rimettere i peccati, potere attribuito solo a Dio. Per chi non accetta questa idea la reazione normale è accusarlo di bestemmiare; per chi invece è disponibile a riconoscere tutti i segni già manifestati, si tratta di accogliere questo dono nuovo: in mezzo a noi c'è colui che il Padre ha mandato per liberare l'uomo dal peccato.

Alcuni contemporanei di Gesù hanno rifiutato la sua proposta decisamente nuova e sorprendente perché non aveva l'aspetto che loro attendevano. Hanno smesso di seguire colui che li aveva progressivamente interessati e coinvolti solo perché secondo loro il fatto del perdono dei peccati non era possibile.

Forse anche noi a volte giudichiamo la bontà di un oggetto solo dalla bellezza del contenitore. Se ci piace la confezione, pensiamo che anche ciò che contiene debba essere valido. Rischiamo di perdere un dono grande di Dio, come è il perdono, solo perché sembra che il sacramento della Riconciliazione non sia abbastanza simpatico. Certo, in questo non siamo aiutati dai grandi, ma forse possiamo aiutare loro a riscoprire che Gesù è colui che ci porta il perdono di Dio.

Un suggerimento per la preghiera

Signore "Dio della libertà e della pace", aiutaci a scoprire che "nel perdono dei peccati ci doni il segno della creazione nuova", la tua fedeltà al patto di alleanza che hai stretto con noi e con tutti gli uomini. Ti chiediamo: "fa' che tutta la nostra vita riconciliata nel tuo amore diventi lode e annunzio della tua misericordia" che è più grande della nostra attesa, e supera ogni desiderio umano.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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