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don Roberto Seregni   Home Page

V Domenica di Quaresima (Anno B) (17/03/2024)

Vangelo: Gv 12,20-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 12,20-33

20Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. 21Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 22Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 23Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. 24In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 26Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. 27Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

29La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 33Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

Mi affascina la richiesta dei greci: «Vogliamo vedere Gesù». Il verbo utilizzato da Giovanni ci fa intravedere che non si tratta di una semplice curiosità o un desiderio superficiale di vedere il maestro. I greci desiderano incontrare, conoscere, comprendere chi è Gesù.

E questa richiesta suscita varie domande: siamo credenti, andiamo a Messa, diciamo le preghiere, ma abbiamo davvero nel cuore lo stesso desiderio dei greci? Desideriamo conoscere, comprendere e vivere un vero incontro con Gesù? Perché il rischio, lo sappiamo bene, è di vivere la fede come una abitudine, come una copertina tiepida per la domenica e le feste comandate...

La richiesta è tosta e la risposta è sorprendente.

Forse i greci si aspettavano qualcosa di diverso da Gesù. Abituati ai loro filosofi, forse desideravano ascoltare un grande discorso o, dopo aver ascoltato gli echi delle grandi imprese del maestro, coltivavano segretamente la speranza di vedere un segno portentoso della sua divina maestà. Ma Gesù sorprende tutti e si presenta parlando della Croce.

E questo è davvero interessante: loro vogliono vedere Gesù, è Lui parla della Croce. Loro vogliono conoscere, capire, comprendere chi è il maestro, è Lui parla del seme che deve morire per dare frutto.

Sì, Lui è il seme che sprofonda nell'oscurità della terra per dare frutto. La potenza di vita nascosta nel seme è sottratta alla vista, così come la fecondità della Croce è scambiata per sterilità e follia da chi non si abbandona alla logica del Maestro: «Chi ama la sua vita la perde, chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna».

Gesù, innalzato sulla Croce è la primizia della nuova creazione, il punto d'attrazione di tutto l'universo: «Quando sarò innalzato attirerò tutti a me». Il Crocifisso innalzato è già il Risorto glorioso. Innalzato sulla Croce ed innalzato nella Gloria del Padre. Il seme caduto in terra che muore per amore, germoglia sulla Croce e attrae a sé tutti gli affamati della terra. Così, ai piedi della Croce, nasce la Chiesa. Popolo affamato d'amore.

Un abbraccio
don Robero Seregni

 

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