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TESTO Dalla Croce di Cristo la salvezza del mondo

padre Antonio Rungi

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IV Domenica di Quaresima - Laetare (Anno B) (10/03/2024)

Vangelo: Gv 3,14-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 3,14-21

14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

19E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. 21Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Siamo arrivati alla quarta tappa di questo cammino quaresimale che ci porterà alla Pasqua 2024, esattamente tra tre domeniche. L' ultimo giorno del mese di marzo sarà Pasqua, quest'anno.

Il Vangelo che ci viene proposto alla nostra meditazione in questa quarta domenica di Quaresima è introdotto da un importante espressione di dialogo tra Gesù e Nicodemo: “Come Mosè, innalzò il serpente nel deserto così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”.

Gesù fa questo paragone per richiamare l'attenzione di lo ascolta, in questo caso Nicodemo, il mistero della salvezza, ovvero la croce di Cristo.

Come nel deserto gli israeliti furono liberati con l'intervento di Mosè alzando un serpente di bronzo, così l'uomo sarà rendendo, salvato dall'innalzamento sulla croce di Gesù Cristo il Figlio di Dio, il Redentore dell'umanità, Chiaro riferimento alla passione e morte in croce di nostro Signore Gesù Cristo.

Aggiunge Gesù in questo brano del Vangelo di San Giovanni: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio unigenito”. La croce è legata all'amore e questa è l'opera più grande e stupenda dell'amore di Dio. Proprio la croce di Gesù è la grande testimonianza dell'ammore infinito di Dio. Sembra strano ma è così. Quando una persona ama si sacrifica per l'altra persona. Gesù si è sacrificato per tutti noi sulla croce ed è modello di servizio, altruismo, donazione oblazione per tutta l'umanità. È pur vero che l'invio di Cristo nel mondo non è stato accolto positivamente, come giustamente ricorda l'evangelista Giovanni in questo brano.

Gesù è luce. Questa luce che è venuta nelle tenebre dell'umanità non è stata riconosciuta, non è stata ben individuata e, soprattutto, non è stata seguita.

Gesù luce del mondo che ci viene a riproporre, in questo nostro cammino quaresimale, quello che ognuno di noi è chiamato a fare, a realizzare nella propria esistenza terrena. Fare luce nella propria vita e chi fa luce nella propria vita è esattamente colui che toglie dalla sua esistenza il male, fa emergere il bene. Chiunque fa il male, afferma il vangelo di questa domenica, odia la luce e non viene alla luce, perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio. Come è facile intuire da questo testo del Vangelo, si tratta effettivamente di andare verso la luce. Questa luce che si proietta dalla croce di Cristo, Salvatore dell'umanità. La Gloria Crucis, così viene definito il mistero della salvezza dell'umanità portato a compimento da Cristo sul Calvario. Nella croce non c'è soltanto la sofferenza del Figlio di Dio, ma c'è il Redentore che porta luce, speranza, vita, risurrezione in ogni persona umana, disponibile ad accoglierlo. Perciò coloro che vogliono fare un vero cammino di conversione durante il tempo di Quaresima a partire da questa quarta domenica, definita della gioia, dell'allegrezza, della felicità, deve portare gioia ed attingere gioia dal cuore squarciato e trafitto di Cristo. La vera felicità dell'uomo sta sta nel fatto che io elimino dalla mia vita tutto ciò che è tenebra, è l'egoismo, è peccato, cattiveria, guerra e ingiustizia. Tutto ciò che in qualche modo rappresenti il male lo elimino dalla mia vita e mi impegno ad eliminarlo intorno a me, facendo emergere tutto ciò che verità, è bellezza, trasparenza, onestà, rettitudine e santità. Tutto quello che in poche parole deriva dalla luce che proviene dalla croce di Cristo. Penso che ognuno di noi deve fare un po' di più spazio a questa luce che Cristo Redentore dell'umanità emana dall'altare della croce, perché ognuno di noi ha un piccolo spazio di tenebra nella propria vita, perché nessuno di noi è talmente perfetto che può dire che tutta la mia vita radiosa, è luminosa, non c'è nessuna macchia, non c'è nessun buco nero nella mia esistenza. Sarebbe presunzione e arroganza davanti a Dio e agli uomini. Il Signore ci dà l'opportunità, in questo tempo di Quaresima, di poter otturare e chiudere questi buchi neri, che si sono aperti nel nostro cuore e nella nostra vita, attraverso un comportamento in contrapposizione alla luce vera che viene da Cristo Salvatore. Il suo Vangelo, la sua missione, la sua proposta di redenzione e di salvezza e per tutti i cristiani ha un solo termine di paragone: la croce. In fondo Gesù rivolgendosi a Nicodemo gli ricorda che Egli è venuto in questo mondo a salvare e non a regnare. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto e liberò gli israeliti da una delle dieci piaghe d'Egitto, cioè il morso dei serpenti velenosi, così Figlio dell'uomo sarà innalzato sulla croce per salvarci tutti, senza confini di razza, nazioni e religioni.

Siamo in un tempo molto difficile lo sappiamo tutti quanti. Un tempo in cui le guerre e le ingiustizie, le cattiverie, le perversioni morali e sociali, le malizie, purtroppo sono all'ordine del giorno. Chiediamo a Gesù Crocifisso che anche attraverso la nostra preghiera, la nostra personale adesione al progetto di salvezza, fatto nostro con il battesimo, con le scelte di vita sacramentale e cristiana di portare luce in questo mondo che purtroppo è invaso da tante tenebre.

Ogni giorno seguiamo la cronaca, le notizie e le informazioni da ogni parte del mondo, che invece di portare luce, speranza e pace, portano dolore e sofferenza a piccoli e grandi. Celebriamo in questi giorni la festa della donna, la giornata internazionale della donna. Un altro motivo in più per riflettere insieme su tante cattiverie che si commettono nel mondo nei confronti delle donne siano esse bambine, adolescenti, adulte, mature, anziane o ammalate. E allora se vogliamo proprio lanciare un messaggio di luce in questo mondo fatto di tante tenebre facciamo sì che il coloro che hanno in mano le sorti delle Nazioni facciano leggi giuste a favore della vita e non con licenza di uccidere. Non abbiamo diritto ad ammazzare persone e a maggior ragione il comandamento di non uccidere, devo portare effettivamente a difendere il diritto alla vita, fin concepimento fino all'ultimo istante della propria esistenza.

Alle tante donne che sono nella sofferenza, che hanno sofferto anche attraverso le forme di violenza protratte nei loro riguardi da uomini violenti, incapaci di amare veramente, rinnoviamo la nostra vicinanza, la nostra stima e il nostro affetto. Affidiamo alla vergine Santissima la madre di tutte le donne del mondo la protezione di ogni donna di questa afflitta terra, fatta di guerre e violenze di ogni genere.

 

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