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TESTO Dio ha tanto amato il mondo

don Roberto Seregni  

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IV Domenica di Quaresima - Laetare (Anno B) (10/03/2024)

Vangelo: Gv 3,14-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 3,14-21

14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

19E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. 21Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Leggo e rileggo piú volte questa bellissima pagina di Giovanni incastonata nel dialogo con Nicodemo. In poche righe, l'evangelista ci offre uno spiraglio fresco e affascinante della vita cristiana che ci alimenta in questo ultimo e dicisivo tratto del cammino quaresimale.

Prima di tutto: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito”. É un' affermazione sorprendente, che dovrebbe almeno farci sobbalzare sulla sedia: Dio ha amato il mondo, questo mondo: corrotto, pieno di inganni, di violenza, di idolatria, di superficialità... E non lo amato a parole, o donando il superfluo come facciamo noi. Dio ha amato dato il tesoro piú prezioso: il Figlio unigenito. Forse siamo cosí abituati a sentirci ripetere che Gesù ha dato la vita per noi, che non ci rendiamo conto di quello che stiamo dicendo.
Siamo amati, amati davvero.
Siamo amati gratuitamente.

Siamo preziosi, valiamo la vita del Figlio di Dio.

E poi: “Bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo”. Sí, Gesù deve essere innalzato sul legno della Croce per salvarci dai morsi dei serpenti velenosi che vogliono sfigurare la nostra vita. Sarà innalzato, entrerà nella morte per darci vita, sperimentarà il silenzio di Dio per aprire i nostri orecchi all'ascolto della Parola, scenderà negli abissi delle terra per riscattare tutti i figli di Adamo, perché Lui non è venuto a condannare, ma a dare vita. Gesù deve essere innalzato e svettare sulla Croce per svelare il vero volto di Dio che è amore, perdono e misericordia. Non si è tirato indietro. Non ha cambiato i piani. Triturato dall'odio e dai chiodi si è offerto come pane di vita per tutti gli affamati del mondo.

Coraggio, alza la testa, non avere paura. Il Figlio innalzato sulla Croce è l'antidoto al veleno del serpente che ti tiene schiavo. Svuotato di tutto, il Figlio si rivela come amore libero e assoluto. Il suo ultimo respiro è il primo alito di vita della Chiesa inzuppata dell'antidoto spillato dal costato di Cristo: l'amore.

PS. Nel mio libro “Risorgere ed altri Ri del Vangelo”, potete trovare una riflessione molto piú ampia sul dialogo di Gesù con Nicodemo.

don Roberto Seregni

 

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