TESTO Commento su Luca 4,24-30
don Giampaolo Centofanti Commento al Vangelo
Lunedì della III settimana di Quaresima (04/03/2024)
Vangelo: Lc 4,24-30

Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese;
ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone.
C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
28All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Gesù osserva che quando non ci si sente nuovi della materia si può finire per credere di possederla chiudendosi all'infinito nuovo della vita, all'opera di Dio. Spesso per tale motivo possono essere le guide, i potenti, che pensano di aver capito tutto e tra l'altro tengono a questo come ad un mezzo di dominio mentre la gente è più aperta perché ha bisogno davvero di cercare la vita, Dio, ogni bene. Dunque in questo brano Gesù sottolinea una particolarità: qui la chiusura non è tanto dovuta al sapere tutto o al potere qui è anche la gente che rifiuta Gesù. Perché? Perché essendo cresciuto in mezzo a loro lo avevano inquadrato, figlio del carpentiere, pensavano anche di poter pretendere che facesse cose speciali per loro. Insomma un pervicace volere che le cose fossero come le vedevano loro non tanto circa la fede ma circa una persona, in quel caso Gesù. Si formano sottili equilibri, tanti sottili aspetti, che non si vuole smuovere. Al punto che vogliono linciare Gesù. Ma Cristo anche qui sperimenta la provvidenza del Padre che lo protegge anche materialmente finché non giungerà la sua ora, nella quale lo sosterrà in modo diverso. Dio pensa a tutto per noi, quando permette ci venga tolto qualcosa ci sostiene in altro modo, è sempre provvidente.