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TESTO Commento su Is 58,9-10

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Sabato dopo le Ceneri (16/02/2002)

Brano biblico: Is 58,9-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 5,27-32

27Dopo questo egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». 28Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.

29Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a tavola. 30I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 31Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; 32io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

Dalla Parola del giorno

Se toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se offrirai il pane all'affamato, se sazierai chi è digiuno, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua oscurità sarà come il meriggio.

Come vivere questa Parola?

Eccoci accompagnati dalla Parola su questo sentiero quaresimale che tanto somiglia al sentiero primaverile. Guai a non togliere (= a non potare) i rami inutili e di frondeggiare dispersivo in questa stagione! E guai, se a primavera, tenessimo ermeticamente chiuse le case al sole, così tepido, lieto e "terapeutico". Così è per la nostra vita spirituale. C'è una potatura irrimandabile; bisogna cioè "togliere di mezzo l'oppressione" nella normalità dei nostri rapporti interpersonali; bisogna cessare di puntare il dito così facilmente propenso a condannare gli altri; bisogna ancora ripulire il nostro parlare da un frasario non rispettoso della nostra fede in Dio e della dignità dell'uomo. E c'è poi da aprirsi al sole della carità. Quello infatti che è nelle mie mani io lo amministro come un bene da condividere anche con gli altri, e non me ne sto murato vivo nella preoccupazione di accumulare beni per me e per i miei cari, insensibile all'affamato, all'afflitto.

Oggi, nel mio rientro al cuore, ringrazierò per questa Parola così stimolante e piena di luce: In effetti, se la metto in pratica col tuo aiuto, Signore, la mia tenebra di tristezza, di scontento, di ripiegamento su di me, "sarà come il meriggio".

La voce di un antico Padre

La gioia che viene dal Signore è più forte di quella che viene dalla vita. Chi lo capisce non guarda a sofferenze, pur di acquistarla. Perché l'amore è più soave della vita, più soave del miele e del miele filato, è alimento di una conoscenza che è dote di un'anima vigorosa.
Isacco di Ninive

 

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