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TESTO Tese la mano e lo toccó

don Roberto Seregni  

VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (11/02/2024)

Vangelo: Mc 1,40-45 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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40Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». 41Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». 42E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 43E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito 44e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». 45Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

È la prima volta che l'evangelista Marco parla della compassione di Gesù. È davvero bella questa immagine del maestro che si commuove davanti al lebbroso. È come se perdesse il controllo davanti al dolore di un uomo schiacciato dalla vita e non riuscisse a tenere a freno i suoi sentimenti. Il verbo scelto da Marco indica passione, esprime il fremere intimo delle viscere. Gesù è la trascrizione storica un Dio appassionato, di un Padre dal cuore materno che ama con tenerezza le sue creature.

Mi sembra molto importante sottolineare questa immagine iniziale del testo. Molte persone si sono allontanate da Dio e dalla Chiesa senza aver conosciuto davvero il volto di Dio rivelato da Gesù. Molti hanno rifiutato un Dio che non esiste! Un Dio lontano, distante, freddo e asettico; un Dio preoccupato solo di castighi e meriti, di giudizi e condanne. E forse, onestamente, un po' è anche colpa nostra... Il vero volto di Dio, la sua assenza piú pura e indomabile, la possiamo raggiungere solo contemplando le parole e le azioni di Gesù. Se vogliamo sapere com'è Dio, se vogliamo sfiorare il suo mistero c'è una sola strada: Gesù. Lui è il Vangelo. Lui è la buona notizia.

Molto interessante è anche la coppia di verbi che sta al centro dell'azione di Gesù: tese la mano e lo toccò. Il maestro tocca un intoccabile e si contamina con la sua stessa morte, rompe per sempre la barriera tra il puro e l'impuro. Toccandolo, Gesù svela il suo desiderio di entrare in contatto con lui, con il suo dolore, con la sua ferita.

Nessuno lo toccava più da chissà quanto tempo e ora si sente toccato, riprende contatto con se stesso, con il suo corpo, con la sua identità.

Tutti vedevano un morto vivente, uno scarto, un residuo di umanità; ma Gesù vede una creatura amata, un uomo e un fratello.

Quanto abbiamo ancora da imparare da Gesù, dal suo sguardo e dal suo cuore che freme di passione.

Che la sua mano ci purifichi e ci scuota, che il suo tocco rianimi i nostri cuori arrugginiti.

In questi giorni è in uscita un nuovo libretto scritto insieme a don Giuseppe Di Stefano: Trafitti per amore. Spero di cuore che vi possa aiutare nel vostro cammino di quaresima.

Un abbraccio
don Roberto Seregni

 

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