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TESTO Commento su Matteo 5,1-12a

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (03/02/2002)

Vangelo: Mt 5,1-12a Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,1-12

In quel tempo, 1vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

3«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

4Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

5Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.

6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

7Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

8Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.

9Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

10Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

Dalla Parola del giorno

Beati i poveri in spirito perché di essi è il Regno dei cieli.

Come vivere questa Parola?

Il grande proclama di Gesù è quello delle Beatitudini, con quel martellante invito alla gioia (Beati vuol dire gioiosi, felici) che però scardina e rovescia i criteri mondani dell'acquisire contentezza. Quasi porta per inoltrare nelle altre, la prima delle beatitudini è quella di coloro che, nel loro spirito, sono contenti anzitutto della loro condizione creaturale. Come "creatura" ogni uomo è l'opposto dell' "onnipotenza". Ciascuno porta in sé un essere fragile, nudo, incompiuto che ha continuamente bisogno di trovare in Dio e nel fratello, nella sorella una sua compiutezza. E questa compiutezza, possiamo anche dire questa vera ricchezza, non è nell'ordine dei beni materiali, ma nell'ordine dell'amore che è il Regno di Dio in noi. Anzi, chi è avido di denaro, di roba, di successo e simili, è uno che volta le spalle alla contentezza. La gioia infatti è anzitutto l'accettazione lieta e tranquilla della propria povertà.

Oggi, nel mio rientro al cuore, lascerò risuonare l'oracolo del profeta Sofonia: "Farò restare in mezzo a te, o Israele, un popolo UMILE e POVERO; confiderà nel nome del Signore". Chiedo di credere a questa profezia! L'esercizio connesso sarà quello di fare a meno del superfluo: a casa e fuori. Sceglierò dovunque e in tutto un tenore semplice di vita che mi consenta di dare qualcosa di mio a chi ha meno di me.

La voce di un grande, vissuto in Oriente nel secolo scorso

Se tutti gli uomini imparassero a vivere semplicemente, ogni uomo avrebbe semplicemente di che vivere
Gandhi

 

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