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TESTO Commento su Is 63,16-17.19; 64,2-7; Sal 79; 1Cor 1,3-9; Mc 13,33-37

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I Domenica di Avvento (Anno B) (03/12/2023)

Vangelo: Is 63,16-17.19; 64,2-7; Sal 79; 1Cor 1,3-9; Mc 13,33-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 13,33-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 33Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. 34È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. 35Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; 36fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. 37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Con questa domenica inizia l'Avvento, tempo dell'attesa di qualcuno che deve venire, dell'attenzione, della vigilanza e della preghiera. La liturgia ci propone un percorso per prepararci alla venuta di Gesù nel mondo, un avvenimento che dà un senso forte alla nostra vita, in particolare oggi, e ci aiuta a dare un senso ai fatti che stiamo vivendo, richiamandoci alla vigilanza, cioè alla capacità di incontrare il Signore nel quotidiano della nostra vita.
Inizia anche oggi il nuovo anno liturgico che ha come tema conduttore il vangelo di Marco, che ci accompagnerà in questo cammino.
Nella prima lettura, tratta dal profeta Isaia, si parla di una duplice attesa, quella del popolo che chiede a Dio di mantenere la promessa, e quella di Dio che aspetta la nostra conversione, il nostro ritorno a Lui. Il profeta scrive ad un popolo smarrito che vive l'esperienza dell'esilio ed è ormai allo stremo e invoca il ritorno del Signore. "Noi siamo argilla nelle tue mani. Tu sei colui che ci dà forma" (Is 64,7). Il profeta invita a percepire la carezza delle mani di Dio che ogni giorno, in una creazione instancabile, ci plasma e ci dà forma; che non ci butta mai via, anche se il nostro vaso formato riesce male, ma ci rimette di nuovo sul tornio. Il profeta si fa voce di tutti i popoli e chiede a Dio di squarciare i cieli e scendere sulla terra per redimere, salvare, insegnare le basi della vera felicità.
Nel Salmo 79 troviamo un forte richiamo a Dio affinché ritorni nella sua vigna, è quasi un rimprovero per la sua assenza, e lo invita a provvedere con quattro verbi: guarda, vedi, visita e proteggi. Una sorta di percorso di riconoscimento e protezione che chiede a Dio stesso l'urgenza della vigilanza.
Nella lettera ai Corinzi Paolo ringrazia Dio per tutti i doni che la comunità ha ricevuto da Dio per mezzo di Gesù Cristo, una presenza del Signore che invita a prestare fede, ad avere la certezza che i "doni" (la grazia di Dio) sono stati dati a tutti in Cristo Gesù, per arricchire e sostenere ciascuno di noi in ciò di cui abbiamo bisogno per svolgere bene la nostra testimonianza e missione.
Nel brano del vangelo di Marco troviamo Gesù che ci invita alla vigilanza, e ce lo ripete per ben tre volte. La vigilanza è l'atteggiamento di chi attende con fede quello che ha maturato alla sequela di Cristo e ha posto in lui la sua speranza nei fatti di ogni giorno. Pur nella consapevolezza che il Regno è già tra noi, vivere l'avvento diventa faticoso perché non sempre siamo disponibili a lasciarci plasmare. Vegliare non è stare senza fare nulla, aspettando che arrivi qualcun altro a risolverci i problemi rimandando a Dio ciò che dovremmo fare noi, ma è prima di tutto assumere un atteggiamento di profonda attenzione a tutto quello che ci accade fuori e dentro: nei fatti della vita, nelle persone che incontriamo o con le quali condividiamo la nostra vita. Non basta stare svegli, ma occorrono anche le motivazioni e gli strumenti; una fede che non sia fondata sulla Parola rischia di non essere fede, ma solo un sentimento religioso. La veglia a cui ci invita Gesù è la ricerca dei segni della sua presenza, essere svegli nella fede, cioè capaci di riconoscerlo tutte le volte che lo incontriamo nei familiari che ci stanno accanto, nei colleghi di lavoro, in colui che ci tende la mano per ricevere da noi un'offerta e a non sprecare il tempo in cose che ci possono allontanare da Lui. Quando Gesù venne alla luce, non c'era nessuno ad attenderlo, nessuno ad accoglierlo, tutti dormivano nelle loro case. Gesù avverte i suoi discepoli e tutti i noi a non commettere lo stesso errore oggi.
In conclusione la liturgia di oggi ci invita ad una scelta consapevole del nostro rapporto con il Signore: essere credenti in Cristo significa assumersi le nostre responsabilità, cioè vivere e agire non in base a norme e modalità che scandiscono i nostri ritmi, le nostre attività, ma sulla base di una scelta responsabile. La vita di fede è questione di scelte, di impegno e di verifica: non è il compimento di alcune regolette e di alcune piccole norme di comportamento che ci mettono a posto, ma è andare oltre, è fare quella scelta di amore totale alla quale Gesù ci chiama con la sua nascita e la sua morte di croce, scelta che dobbiamo sempre esplicitare, ogni giorno, nella nostra coppia, in famiglia, nella società in cui operiamo... nell'attesa della sua venuta.
Il Signore ci vuole insegnare a coltivare una virtù, quella della pazienza, che spesso ci manca, vista l'ansia che abbiamo di voler risolvere le cose subito e fino in fondo. Lasciamo che Dio prenda in mano quell'argilla con cui ci ha creati all'inizio della storia e non smetta mai di plasmarci.
Anche quando non lo avvertiamo vicino a noi, non dobbiamo pensare che Lui non esista, che non sia qui con noi, perché esiste, è vivo al nostro fianco e può tornare a farsi sentire in qualsiasi momento. Questo non ci autorizza a perdere la fiducia in lui, ma Gesù ci dice di vegliare per poterlo accogliere con gioia quando lo sentiremo nuovamente con noi.
Le letture di questa domenica ci possono aiutare ad avere uno sguardo diverso sugli avvenimenti terribili che stiamo vivendo in questi tempi. Anche a noi sembra che Dio sia lontano, assente, che non ascolti le nostre preghiere, che abbia volto lo sguardo altrove, ma il vangelo ci stimola alla fiducia nella sua presenza, che si concretizza nell'impegno personale, nell'attenzione attiva agli avvenimenti che accadono intorno a noi.
Buon Avvento!

Per la riflessione di coppia e di famiglia.
- Isaia ci ricorda che noi siamo nelle mani di Dio come in quelle di un vasaio: quali atteggiamenti ci stimola questa affermazione?
- C'è in noi la convinzione che anche i momenti più difficili hanno un senso? Quali domande faresti a Dio?
- Quando ci sentiamo lontani da Dio quali sentimenti, quali reazioni abbiamo: rabbia, abbandono, speranza?
- Vigilanza non è rassegnazione ma un atteggiamento attivo. Quale contenuto potresti dare alla parola vigilanza di fronte alla situazione della società di oggi?

don Oreste, Anna e Carlo - CPM Torino

 

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