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TESTO Notte, timore, oggi

don Michele Cerutti

Natale del Signore - Messa dell'Aurora (25/12/2023)

Vangelo: Lc 2,15-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,15-20

15Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Ci sono tre parole che in questa Messa di Aurora voglio sottolineare e che trovo nel Vangelo proclamato.
La prima espressione è: notte.
Ognuno può pensare alle sue notti quelle in cui vi era una gioia particolare, la notte prima del matrimonio, o prima dell'ordinazione, la notte invece di sgomento per una situazione di malattia, una notte di tentazione pensando a qualche torto ricevuto.
Ci sono tante notti nella vita dell'uomo, ma quella in cui una persona vuole incontrare Dio ha due elementi irrinunciabili: il silenzio e il raccoglimento.
Dio è entrato nella notte dei pastori proprio perché questi due aspetti li ha caratterizzati.
I pastori non sono uomini di molte parole perché attenti come sono a tutto il gregge affidato e nella notte al ghiaccio molte volte vivono più di tutti il raccoglimento.
Ecco il motivo per cui Dio ha scelto questa categoria che i più consideravano infima per annunciarsi.
Gesù sceglie la notte per incarnarsi perché è il momento in cui l'uomo vive non immerso nelle sue faccende e in cui sotto la volta di un cielo stellato o nel chiuso della sua camera sa porsi gli interrogativi di cui solo Dio conosce la risposta.
L'altra parola chiave è: timore.
Questa sensazione nasce di fronte alla grandezza di Dio e fuori escono domande e sorprese in cui non c'è spazio per angoscia e paure.
Un timore che porta inevitabilmente all'umiltà la grande dote che è richiesta all'uomo credente.
Infine la parola che sottolineo è: oggi.
Nel racconto di Luca, tutta la vicenda di Gesù è incorniciata da un ‘oggi'. Il primo oggi risuona nel racconto della nascita, nelle parole degli angeli ai pastori: «Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo Signore» (Lc 2,11).
L'ultimo oggi risuona sulla croce, per il buon ladrone: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso» (23,43). La vita di Gesù è abbracciata dall'oggi della nascita e dall'oggi della morte. È interessante notare anche il gioco di parole che l'evangelista stabilisce tra questi testi. Nella nascita gli angeli annunciano: «oggi è nato per voi un salvatore». Nella morte Gesù promette: «oggi sarai con me». La vita di Gesù marca questo passaggio dal per voi al con me. Egli nasce per noi perché noi possiamo essere definitivamente con lui. Questo è l'oggi della salvezza! E la fede per Luca è accogliere questo oggi con lo stesso atteggiamento di dolcezza dei pastori.
Buon Natale sapendo che Dio va accolto con il giusto timore, nella notte della nostra vita sapendo che solo Lui offre la vera luce e con la prontezza di chi non rimanda, ma vive nell'oggi la Sua presenza.

 

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