PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Vigilanza operosa nella gioia

don Michele Cerutti

III Domenica di Avvento (Anno B) - Gaudete (17/12/2023)

Vangelo: Gv 1,6-8.19-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,6-8.19-28

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

19Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». 20Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». 21Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. 22Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». 23Rispose:

«Io sono voce di uno che grida nel deserto:

Rendete diritta la via del Signore,

come disse il profeta Isaia».

24Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. 25Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». 26Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, 27colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». 28Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Stamattina mi trovavo in stazione ad Arona, cittadina in cui vivono i miei genitori.
Il treno per Milano registrava un'ora di ritardo e quindi quell'imprevisto in parte mi ha spazientito.
Tuttavia, ho trovato tempo per riflettere su cosa voglia dire attendere.
Verbo questo che è difficile da interiorizzare di questi tempi. Comunicazioni veloci, acquisti compulsivi, risposte immediate.
Sappiamo benissimo a cosa faccio riferimento perché ciò che richiama attesa fa paura.
Abbiamo iniziato l'anno liturgico proprio con un tempo che denominiamo Avvento dove aspettare diventa indispensabile.
Nel corso di queste domeniche c'è stato consegnato la modalità con cui vivere un'attesa.
Prima di tutto vigilare, perché il Figlio dell'uomo può giungere all'improvviso.
Il Natale nella storia è avvenuto più di 2000 anni fa, ma l'arrivo del Cristo nella parusia non sappiamo quando si realizzerà. Il tempo d'avvento ci allena quindi a far sì che la vigilanza rimanga al centro del nostro impegno.
La liturgia domenica scorsa ci esortava a convertirci. Non quindi una vigilanza passiva, ma piena e attiva volta a dei piccoli sforzi che sono colmati da Dio stesso. Viviamo nella consapevolezza che è Dio che fa.
Questa domenica ci viene offerto lo stile: la letizia.
Paolo nella sua lettera alla comunità di Tessalonica afferma: Fratelli, siate sempre lieti.
Un'attesa come quella di un treno non è sicuramente uguale a quella che dobbiamo vivere in questo tempo dell'anno liturgico.
Tuttavia, quell'aspettare mi ha permesso camminando per il lungo lago di soffermarmi sulla bellezza dei particolari.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di sederci sulle rive della realtà. Cercare quindi
di saper cogliere tutto quello che la nostra impazienza ci impedisce di vedere.
Un sole che sorge e si libra sulle acque del lago, un guardare ai colori del cielo e alle nubi che si stagliano sull'orizzonte, delle persone che si incamminano per raggiungere un posto di lavoro o dei colleghi in un bar, una natura che tende nell'inverno a riposare e tanti altri piccoli sguardi su tante piccole cose.
Ecco quello che si può imparare da un'attesa. Allora l'Avvento ci offrirà cari amici occasioni che non dobbiamo farci scivolare.
Una parola di Dio abbondante con i profeti che annunziano messaggi di speranza, un abbraccio misericordioso del Padre nel Sacramento del Perdono, un'Eucaristia come rendimento di grazie per tutto ciò che il Signore ci dona immeritatamente, una carità versata su un fratello nel bisogno. Questi sono i luoghi in cui come cristiani siamo chiamati a vivere per rendere la nostra vigilanza, la nostra conversione una gioia che nessuno ci può sottrarre.
La letizia proposta non è mondana e non è fatta quindi di piaceri vacui, ma di realtà che si inseriscono in un orizzonte di pienezza.
Il compito del cristiano in questo tempo è allenarsi per saper cogliere in mezzo alle difficoltà del mondo, della Chiesa o della vita personale il bello che c'è e che non siamo in grado sempre di comprendere.
Un Dio fatto uomo ci manda proprio alla dimensione della letizia.
Quindi cari amici la felicità non è quella di Epicuro assenza di dolore, ma trova fondamento in un Dio incarnato che conosce tutto della nostra natura umana e sa anche lui quanto male fa il peccato anche se non è stato toccato da questo, ma ne ha viste le conseguenze.
Quindi più che offrirci una ricetta per togliere il dolore ci offre un senso di pienezza che ci condurrà alla felicità eterna.
Dio entra nella storia per darci quella vera libertà di cui l'uomo è da sempre in ricerca.
I versetti finali della prima lettura, tratta dal Profeta Isaia ci rimandano a questo.
Dio è venuto sulla terra come piccolo seme per far germogliare la sua creazione.
Siamo in mezzo alle tempeste di una guerra, alle difficoltà di una Chiesa in lotta a volte al suo interno, alle intemperie di situazioni familiari difficili o di malattia, ma il cristiano vive sapendo che l'Alfa e l'Omega della storia non è né Netanyahu o Hamas, né Putin né Zelen'skyi, né gli abusatori né i ribelli al Papa, né il COVID o le bronchiti croniche o qualsiasi altro problema fisico.
Dio ha vinto tutto ciò assumendo su di sé la fragilità della nostra natura umana per ricondurci a quella libertà.
Allora la gioia dei martiri che ci sembra pazzia trova un senso, lo spendersi dei santi per i bisognosi diventa la bussola per trovarci pronti quando il Signore viene.

 

Ricerca avanzata  (54044 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: