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TESTO Cuore di sentinella

don Roberto Seregni  

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (08/12/2023)

Vangelo: Lc 1,26-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

In quel tempo, 26l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Il tempo dell'avvento non è solo il tempo della memoria e del ricordo affettuoso del Salvatore nato nella stalla di Betlemme, è anche il tempo dell'attesa e della preparazione dell'incontro finale con il Signore. Lui “verrà come un ladro” (2Pt 3,10), quando nessuno se lo aspetta, senza farsi riconoscere, in punta di piedi.

L'eco dell'annuncio di Giovanni il Battista attraversa i secoli e arriva fino ai nostri giorni. Il Signore viene, dobbiamo preparare il cammino.

Sí, dobbiamo prepararci. La vita cristiana non si improvvisa, non ci si sveglia una mattina con l'aureola sopra la testa. C'è un allenamento, faticoso e fantastico, che ci aspetta. Essere uomini e donne dell'avvento significa allenare il cuore all'ascolto per riconoscere la sua voce, «una voce di sottile silenzio» (1Re 19,11-12). Abitare l'avvento significa aprire bene gli occhi, riconoscere la presenza di Gesù tra i poveri, gli ultimi e gli abbandonati.

Ci pensavo l'altro giorno mentre ascoltavo una delle volontarie della parrocchia che visita gli ammalati: c'è una connessione profonda tra le ginocchia, le orecchie e le mani: preghiera, ascolto e carità. O stanno insieme, o cadono. O crescono insieme, o si atrofizzano.

Il tempo dell'avvento è un tempo per allenare la speranza, per imparare a desiderare ció che Dio desidera.
Insegnami a chiederti quello che tu vuoi darmi.

É un tempo per mettere mani e cuore a disposizione del suo progetto, come fece Giovanni.
Insegnami ad essere docile, semplice e leggero.

Dobbiamo essere uomini e donne dell'avvento, discepoli innamorati che spiano l'orizzonte nell'attesa di una nuova alba, un nuovo inizio, un nuovo incontro. Che il Signore ci doni un cuore di sentinella come quello di Giovanni Battista, capace di riconoscere il volto di Cristo in ogni nuova aurora.


Don Roberto

 

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