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TESTO Madre e Avvocata nostra

don Alberto Brignoli  

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (08/12/2023)

Vangelo: Lc 1,26-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

In quel tempo, 26l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

La voce di un papà, per un bambino, dovrebbe essere sempre qualcosa di rassicurante. A volte, però, la voce del papà spaventa, perché il bambino sa di averla combinata grossa, per cui - magari con la complicità della madre - la cosa migliore che può fare è nascondersi dalla sua vista, almeno per un buon lasso di tempo... Non che il papà non si sia già accorto del danno fatto: però, nel frattempo, la rabbia del genitore può essere già sbollita, per cui le cose si possono rimettere a posto in maniera più serena.

Certo, il ruolo di una mamma in tutto questo è fondamentale: quando si accorge degli errori del figlio, per evitare problemi ulteriori col papà, rimanda la ramanzina a un altro momento, e nel frattempo si preoccupa che il figlio la passi tutto sommato liscia: chissà quante volte da piccoli avremo preso la nostra bella dose di richiami (verbali o manuali...) anche dalla nostra mamma, ma chi di noi non è mai stato da lei “coperto” nel momento in cui il papà ce le avrebbe volute suonare di santa ragione? Spesso ci è capitato di nasconderci dalla vista dei nostri genitori nel momento in cui ci siamo resi conto di aver fatto qualcosa che non andava: ma non sempre mamma o papà erano lì pronti a difenderci dall'uno o dall'altro genitore in preda a uno scatto di rabbia, o anche solo a tirarci fuori da situazioni nelle quali ci eravamo impantanati...

È capitato così anche al primo uomo della storia, che l'aveva fatta veramente grossa, perché non aveva solamente mangiato un frutto, aveva disobbedito a suo Padre, fino a quel momento l'unico Padre della storia: aveva preteso di essere grande, onnipotente e immortale come lui, e non ha rispettato l'unico obbligo che gli aveva dato, quello di non toccare i frutti di quell'albero, perché non era ancora in grado di comprendere il bene e il male, e nemmeno di comprendere i misteri della vita.

Ma lui l'ha fatto comunque, si è lasciato ingannare dalla sua falsa coscienza: forse non è tutta colpa sua, ma non importa, lui ha sbagliato, perché tra le molte cose che poteva fare, ha scelto di fare l'unica che non poteva fare. Non gli restava, quindi, che nascondersi, di fronte a quel “Dove sei?” del Padreterno che lo cercava nel giardino, perché quella voce gli faceva paura, non era più la voce amorevole di un padre; sapeva di averla fatta grosse e si sentiva una nullità, incapace di reagire, messo a nudo e crudo in tutta la sua mortalità. E non poteva nemmeno contare sull'appoggio di una mamma che lo coprisse, perché una mamma non l'aveva, e perché la donna che suo Padre gli aveva messo a fianco, madre non lo era ancora diventata. Lo sarà dopo, quando lui stesso la chiamerà “Eva”, “madre di tutti i viventi”, ma sarebbe meglio dire “madre di tutti i mortali”, perché a questo, ormai, erano stati predestinati, loro e tutti i loro discendenti. Questa Eva, questa “madre” non riusciva proprio a coprirlo, a difenderlo dalla voce minacciosa del Padre, anzi: si è nascosta pure lei, perché non poteva fare altro, anche lei aveva bisogno di qualcuno che la coprisse, che la salvasse, perché si è fidata di quella maledetta bestia, la più astuta tra tutte quelle create, che le aveva fatto credere che per essere madre e padrona poteva benissimo fare a meno di Dio Padre.

E da allora, l'umanità è andata avanti a nascondersi, da tutto e da tutti, ogni volta che succedeva qualcosa, ogni volta che Dio scendeva a passeggiare nel giardino e pronunciava quella fatidica frase del “dove”: “Dove sei?”, “Dov'è tuo fratello Abele?”. Dove sei, uomo, quando Dio ti cerca? Perché ti nascondi? Certo: ti nascondi perché sai di averla fatta grossa... Ma se Dio è tuo Padre, che paura hai?

Eppure, abbiamo paura, ogni volta che avvertiamo che la voce di Dio non è affabile e familiare come dovrebbe, per il fatto che abbiamo tradito la sua totale fiducia nei nostri confronti.

E continueremmo ad avere paura, se non fosse stato che Dio Padre, un giorno, ha deciso di darci una Madre che ci proteggesse, che ci coprisse nel momento della nostra debolezza e nudità di fronte a lui. E per darci una Madre così, ha dovuto crearla perfetta, irreprensibile, straordinaria, diversa da tutte le altre, senza la minima colpa, immacolata prima del tempo e per l'eternità.

Una Madre che - Avvocata nostra - stornasse da noi la sua ira, che potesse avere la forza di fronte a Dio di dire “Non prendertela con loro, lo sai come sono fatti, non sono cattivi, hanno solamente paura di te, cambieranno, non lo faranno più, me l'hanno promesso”, sapendo bene che non sarebbe stato così; e continuerà a non essere così, sempre, almeno fino a quando l'uomo imparerà la cosa più importante, ovvero a non avere paura di Dio, a fidarsi di lui, a fare quello che lui gli chiede, anche se difficile da accettare, anche se difficile da mettere in pratica, anche se apparentemente impossibile.

La stessa Madre, figlia dell'umanità pure lei, ha dovuto impararlo, e l'ha imparato quel giorno in cui Dio le ha detto: “Non temere, Maria; perché nulla è impossibile a Dio”. Nulla: nemmeno generare da un grembo verginale, nemmeno generare da un grembo sterile. Figuriamoci se è impossibile a Dio perdonare un uomo che invece di guardarlo negli occhi e di fidarsi di lui, fa il codardo e si nasconde dalla sua ira.

Grazie, Madre, perché oltre a coprirci tutte le volte che la combiniamo grossa con Dio Padre, fai molto di più: ci insegni a fidarci di lui.

 

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